Uno studio recente pubblicato sul The New England Journal of Medicine rivela dati allarmanti sull’aumento della popolazione obesa o in sovrappeso nel corso degli ultimi 35 anni. Lo studio effettuato su 195 paesi prende in considerazione il periodo temporale 1980-2015 e sottolinea come la pandemia di obesità e sovrappeso riguarda ormai 2,2 miliardi di persone nel nostro pianeta, ovvero circa il 30% della popolazione mondiale.
Il triste primato negativo spetta all’Egitto, seguito a ruota dagli Stati Uniti.
La definizione delle diverse classi del peso corporeo umano si basano sull’indice di massa corporea (BMI), un parametro biometrico calcolato come il rapporto tra il peso in chilogrammi e il quadrato dell’altezza in metri. Il peso è considerato regolare per un BMI compreso tra 18,50 e 24,99 kg/m2, mentre da 25 kg/m2 in su si parla di sovrappeso. Oltre i 30, i 35 e i 40 kg/m2 si trovano gli obesi di prima, seconda e terza classe, rispettivamente.
In Europa ci troviamo in una condizione mediana tra le maglie nere dell’iper abbondanza corporea ed i paesi piu’ virtuosi.
In Italia, per esempio, le stime riferite al 2015 indicano una prevalenza del sovrappeso del 42,87 per cento tra gli uomini e del 25,14 per cento tra le donne, e dell’obesità del 10,86 per cento tra gli uomini e dell’11,08 per cento tra le donne.
I paesi piu’ virtuosi sono Vietnam, Bangladesh e Giappone.
Inutile sottolineare come l’eccessivo peso corporeo non rappresenti un problema estetico ma un cruciale problema di salute pubblica. La speranza di vita infatti per gli obesi è significativamente inferiore rispetto a coloro che non lo sono, essendo i primi piu’ soggetti a malattie cardiovascolari, tumorali, ed ad altre patologie gravissime come il diabete.
Ergo meno cibo e piu’ movimento per vivere meglio e piu’ a lungo.