sabato, Dicembre 14

La banana: proprietà, storie e leggende

La banana è certamente il frutto esotico più popolare del mondo anche se per la verità, da un punto di vista strettamente botanico la banana non è un frutto bensì un’erba. Erba o frutto che sia la banana viene raccolta quando è ancora verde altrimenti non sarebbe possibile farla arrivare in condizioni ottimali sulle tavole dei consumatori di mezzo mondo.

L’etimologia del nome e la diffusione della banana


La parola banana potrebbe derivare dall’arabo banan, che significa “dito”, ma si ritiene più probabile che derivi da una lingua dell’Africa occidentale subsahariana, forse dalla parola della lingua wolof banaana. Intorno al 1516 la pianta di banana fu introdotta dai portoghesi in America dall’Africa. In quell’occasione la parola entrò a far parte della lingua portoghese e della lingua spagnola. La banana, che non era ancora stata importata in Europa, veniva descritta nel 1601 come “il frutto che profuma di rosa”. Il banano, appartenente alla Famiglia delle Musaceae, si declina in circa settanta specie quasi  tutte le moderne banane partenocarpiche (ovvero prive di semi) utilizzate a scopo alimentare provengono dalle specie Musa acuminata e Musa balbisiana.

La chimica della banana

Il colore verde è dovuto alla clorofilla il pigmento vegetale indispensabile alla fotosintesi. Quando la banana matura il suo bisogno di fotosintesi diminuisce e le membrane intorno ai cloroplasti iniziano a rompersi. Si fanno cosi strada dentro i cloroplasti gli enzimi in grado di metabolizzare la clorofilla e la banana dal colore verde passa al giallo grazie all’azione di varie antocianine.


Le antocianine sono tra i più importanti gruppi di pigmenti presenti nei vegetali, e si ritrovano nei fiori e frutti così come negli arbusti e nelle foglie autunnali. Il colore delle antocianine può variare dal rosso al blu e dipende dal pH del mezzo in cui si trovano. Mentre matura i cambiamenti chimici di una banana non si arrestano, l’amido si trasforma in zucchero. Una banana matura contiene l’equivalente di 5 cucchiaini di zucchero quasi il doppio di una tavoletta di cioccolato. Ecco perché questa erba deliziosa non è adatta per coloro che devono attuare diete alimentari piuttosto rigide.


Le banane sono sensibili anche alle basse temperature che sono responsabili del colore nero che assume la buccia senza per altro pregiudicare la sua commestibilità. Uno dei motivi per i quali dovremmo mangiare spesso banane è che quest’erba è ricca di potassio che come noto ha un effetto positivo sulla pressione arteriosa e conseguentemente sull’insorgenza di ictus. Nella buccia di banana scura ci sono anche quantità non marginali di alcuni neurotrasmettitori come la seratonina e la dopamina ed è per questo che negli anni sessanta i figli dei fiori provarono anche a fumarla con esiti peraltro, per le loro attese, altamente insoddisfacenti.

La polpa della banana, essendo ricca di vitamina A, vitamina B1, vitamina B2, vitamina C, vitamina PP e, seppur in misura minore, di vitamina E, di sali minerali (calcio, fosforo, ferro e potassio) e di carboidrati, ha proprietà nutrienti, ri-mineralizzanti e stimolanti per la pelle. La banana contiene anche la vitamina B6, che favorisce il metabolismo delle proteine.

Scivolare su una buccia di banana

Gli aneddoti e le curiosità su questo alimento diffusissimo (è il quarto per consumo nel mondo dopo riso, grano e mais) sono numerosi e affascinanti. In questo articolo proveremo, sperando di non annoiarvi, di ripercorrerne alcuni tra i più curiosi e famosi.

La Treccani definisce la frase, scivolare su una buccia di banana, “come incorrere, in senso figurato, in un infortunio per lo più in modo banale, per una causa imprevista e di lieve peso, sicché poteva essere facilmente evitato“. Quello che forse non tutti sanno è che questa figura retorica è presente con identico significato in gran parte delle lingue del mondo. Ma da dove ha origine questa espressione?

Per scoprirlo dobbiamo partire dall’area di coltivazione di questa mastodontica pianta. Le prime tracce della sua coltivazione rimandano al Sud-Est asiatico e alla Papua Nuova Guinea, dove recenti ricerche archeologiche e paleoambientali sembrano suggerire che la coltivazione delle banane risalga addirittura all’8000 a.C.

La banana arriva a New York

La nostra storia parte nella seconda metà dell’Ottocento e riguarda il commercio di banane tra queste aree geografiche è il Nord America. All’epoca soltanto le famiglie facoltose potevano permettersi le banane, il loro costo infatti era elevatissimo ed equivaleva a quello del caviale. Era quindi un cibo da status symbol. Le ragioni sono intuitive, trasportare le banane fino a New York, porta d’accesso al mercato americano, facendole arrivare ancora commestibili era un impresa difficile e molto costosa.

Le banane trasportate su velieri dalla Giamaica impiegavano infatti tre settimane per coprire il tragitto fino a New York. Quelle che arrivavano in buone condizioni erano però poche e quindi per la logica di mercato, ovvero l’incrocio tra domanda e offerta, i prezzi erano, per la stragrande maggioranza dei newyorkesi inarrivabili. Con l’avvento della navi a vapore e l’intuizione della Boston Fruit Company di raccogliere i caschi di banane ancora verdi e di spedirli in apposite celle refrigerate, prima col ghiaccio in seguito con sistemi sempre più sofisticati, terminando la maturazione nei mercati finali di destinazione, i prezzi crolleranno.

Un alimento molto popolare

Le banane divengono così, in pochi anni, da cibo d’élite a popolare cibo di strada, consumato da quote crescenti della popolazione di New York. Questo consumo molto diffuso acuì però il già grave problema di smaltimento dei rifiuti della “Grande Mela”. Nel giro di nemmeno una generazione, le bucce di banana diventano uno dei rifiuti più comuni sparsi per le strade di New York.

Ma le bucce di banana sono in “buona” compagnia, all’epoca infatti la città di New York non aveva un sistema di raccolta dei rifiuti, lo smaltimento dei rifiuti si riduceva ad abbandonarli per strada. In certi punti della viabilità cittadina si formavano mucchi di rifiuti talmente grandi da essere invalicabili e condizionare il traffico di carri, carrozze e perfino pedoni che si trovavano costretti a seguire itinerari alternativi.

La carica dei maiali

Interi quartieri, a causa delle loro condizioni igieniche, erano considerati off-limits. Le epidemie erano all’ordine del giorno. L’immondizia insomma assediava in una cappa di miasmi, malattie e alta mortalità infantile la città, che per avere un’idea delle sue dimensioni, nel 1870 contava già 1.500.000 di abitanti circa. La soluzione che il Comune individua è un esempio del pragmatismo americano, mutuando l’esperienza delle fattorie dove i rifiuti vengono dati in pasto ai maiali, decine di migliaia di maiali vengono trasportati dalla campagna in città, affidati a famiglie custodi, lasciati liberi di circolare a loro piacimento per le strade di New York a nutrirsi dei rifiuti cittadini.

E questo esercito di maiali sguinzagliato libero per le vie cittadine fa in pieno il suo dovere di “spazzino” liberando in modo drastico dai rifiuti gran parte delle strade di New York. Inoltre molte famiglie indigenti riuscirono ad avere una dieta con maggior contenuto proteico macellando i maiali in circolazione. Purtroppo questo risultato eccezionale aveva le sue pesanti “contro indicazioni“. Queste migliaia di animali che scorrazzavano liberi per New York lasciavano montagne di deiezioni, a volte attaccavano le persone soprattutto i bambini e furono accusati di diffondere il colera.

Ma quello che decretò la fine del “bengodi” per questi operosi spazzini animali fu la “pruderie” dei benpensanti newyorkesi che non tolleravano di vedere i maiali accoppiarsi senza ritegno in mezzo alle vie cittadine. Questi moralisti erano preoccupati dell’effetto lascivo che certe scene poteva avere sulle loro mogli e figlie! Morale della favola, i maiali vengono estromessi in poco tempo dalla metropoli.

Il ritorno delle bucce di banana

Eliminati i maiali, ben presto le strade e i marciapiedi della città vengono invase nuovamente dalle bucce di banana. Il numero di incidenti dovuti a cadute, scivoloni, sdrucciolamenti vari, diventa una vera e propria emergenza cittadina tanto che i giornali del tempo sono pieni di resoconti riguardanti rovinose cadute con conseguenti ingiurie di diverso grado: slogature, fratture e, nei casi più sfortunati, addirittura morte.

Il fenomeno è così diffuso che anche il nascente cinema se ne appropria e clamorosi scivoloni sulle bucce di banana diventano gag esilaranti portate sullo schermo da attori del calibro di Charlie Chaplin e Buster Keaton. La situazione è così grave che nel 1896, il capo della Polizia di New York e futuro Presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt emana un’ordinanza con la quale vieta ai cittadini di gettare a terra le bucce di banana, paventando come sanzioni multe salate e perfino l’arresto.

Waring, il ripulitore

La scelta vincente di Roosevelt però si rivela quella di incaricare un vecchio colonnello, veterano della Guerra Civile americana, George Waring di risolvere in modo definitivo il problema dello smaltimento dei rifiuti della Grande Mela. Quando nel 1895 Waring arriva a New York, oltre alle montagne di bucce di banane deve confrontarsi con 2,5 milioni di libbre di letame e 60.000 galloni di urina che ogni giorno i cavalli lasciavano nelle strade di New York.

Waring organizzò un corpo di spazzini secondo criteri militari, tutti indossavano un’immacolata divisa bianca e un elmetto. In un tempo ragionevolmente breve la città fu liberata oltre che dai maiali, anche dalla bucce di banana, dalle deiezioni dei cavalli e dagli altri rifiuti.

La scivolosità delle bucce di banana

Ma la fama di essere scarti insidiosi e super scivolosi delle bucce di banana era meritata? Ebbene si, uno studio del 2014 condotto dai giapponesi Kiyoshi Mabuchi, Kensei Tanaka, Daichi Uchijima e Rina Sakai dell’università di Kitasato, si è occupato di misurare la quantità di attrito tra una scarpa e una buccia di banana e tra una buccia di banana e il pavimento, quando una persona calpesta una buccia di banana che si trova sul pavimento!

Secondo questo studio tribologico (la tribologia è la disciplina che studia l’attrito, la lubrificazione e l’usura, ovvero tutti i problemi che possono presentarsi nel moto relativo tra superfici interagenti sottoposte a carico) il coefficiente di frizione di una normale suola di scarpa su un linoleum è di 0,412, mentre quello di una buccia di banana era 6 volte più basso e pari a 0,066. Per rimanere alla frutta il coefficiente di frizione della buccia di una mela é 0,12 e quello della buccia d’arancia 0,22. Per renderci conto della scivolosità delle bucce di banana basta confrontarla con la scivolosità del ghiaccio su ghiaccio che ha un coefficiente di frizione pari a meno della metà di quello della buccia di banana (più o meno 0,025).

Le curiosità su questo succoso e salutare alimento non finiscono qui.

La banana radioattiva

Qualunque oggetto o corpo che contenga potassio sulla Terra emette radioattività, uomini, piante e animali compresi e precisamente 31 becquerel/grammo (Bq/g) (significa che 31 atomi di potassio per grammo decadono ogni secondo)

La ragione è molto semplice. La miscela isotopica del potassio contiene lo 0,0117% di potassio 40, un isotopo instabile con emivita pari a 1,3 miliardi di anni! L’emivita è il tempo di decadimento di un isotopo radioattivo. Viene definita come il periodo di tempo occorrente affinché una frazione particolare degli atomi di un campione puro dell’isotopo cessino di esistere (decadano).

La questione è che la banana ha un alta quantità di potassio, all’incirca mezzo grammo per banana, tanto che nel 1995 alcuni scienziati utilizzarono la banana, a fini divulgativi, come unità di misura della radioattività presente in natura. La dose di radiazione assorbita si misura in Sievert (Sv), una banana vale un decimo di milionesimo di Sv, ovvero 0,1 µSv. La radiazione di fondo a cui tutti siamo sottoposti vale circa 0,35 µSv all’ora e quindi tre banane e mezza.

Una radiografia ad un braccio equivale a circa 10 banane, dormire accanto al proprio partner mezza banana, mentre l’esposizione di un’ora ai primi soccorritori del disastro di Černobyl’ ammonterebbe a centinaia di milioni di banane.

Leggende metropolitane sulle banane

Verso la fine degli anni Sessanta dello scorso secolo una leggenda metropolitana attribuì proprietà allucinogene alla buccia essiccata della banana, se fumata. In una società priva di telefonini, internet e social con i canali radiotelevisivi in mano allo Stato e quindi rigidamente controllati, questa fake news in pochi mesi si diffuse per tutto il mondo.

Per capire come questo sia stato possibile occorre ricordare che si trattava di un’epoca dove stili di vita e valori tradizionali erano oggetto di una radicale contestazione. La rivoluzione sessuale, una nuova etica nella vita individuale e collettiva, sembrano precludere ad un mondo nuovo. Parte importante di questo sogno passa attraverso la sperimentazione di sostanze in grado di alterare la nostra percezione.

Tanto per capirci l’uso del LSD è legale e verrà messo al bando, soltanto l’anno successivo, il 1967. Come tutti i provvedimenti proibizionisti questo divieto scatenerà la caccia a nuove sostanze psicotrope, preferibilmente di origine vegetale. Nel 1966 un cantautore scozzese, Donavan, pubblica una canzone dal titolo “Mellow Yellow“, che in breve tempo diventa un successo planetario scalando le classifiche di mezzo mondo, inclusa quella americana di Billboard dove arriva fino al secondo posto.

La canzone il cui titolo possiamo tradurre approssimativamente come “giallo polposo o pastoso“, ha un testo incomprensibile e astruso. Una frase in particolare sembra essere all’origine della bufala sulle proprietà allucinogene delle bucce di banane: “Electrical banana / Is gonna be a sudden craze / Electrical banana / Is bound to be the very next phase”, che più o meno potremmo tradurre come “Banana elettronica / Sta diventando una mania improvvisa / Banana elettronica / È destinata ad essere la prossima fase”.

Fra l’altro intervistato qualche tempo dopo Donovan ammise che la “fonte d’ispirazione” per la sua fortunata canzone non era stata una qualsiasi sostanza stupefacente, bensì, più prosaicamente, un vibratore femminile giallo che aveva notato nella pubblicità di una rivista underground!

Influenzati da questa canzone il 3 marzo del 1967 «Barb», una delle prime e più influenti riviste underground dell’epoca, pubblicata a Berkeley, ospita un articolo sulle proprietà allucinogene della buccia di banana e sulle modalità con le quali è possibile ottenere un sballo fumando l’equivalente di quattro sigarette opportunamente addizionate con polvere di banana. Il giorno dopo la notizia è ripresa con grande enfasi dal «San Francisco Chronicle».

Cronaca di un fallimento annunciato

La notizia passa come un uragano da pubblicazione underground a pubblicazione underground, da un giornale all’altro, da una costa americana all’altra, con la velocità di un tornado. Il 16 marzo del 1967 è pubblicato sul «Columbia Daily Spectator» un elettrizzante articolo a firma Christopher Hartzell dall’eloquente titolo Sballo a basso costo che fornisce una dettagliata ricetta su come preparare in casa la prodigiosa polvere di banana.

Come si può intuire il consumo di banane ebbe una prodigiosa impennata tanto che per alcune settimane in città come San Francisco e New York non si trovava più una banana a pagarla oro. Questa incetta di banane per fini “stupefacenti” non si arresta neppure quando il 26 maggio 1967 un report della Food and Drug Administration sanciva inequivocabilmente che studi di laboratorio non avevano rilevato alcuna presenza di allucinogeni conosciuti.

Poi lentamente, già dall’autunno del 1967 il mondo giovanile in fermento per l’andamento della guerra in Vietnam inizierà a perdere interesse verso questa soluzione “botanica” allo sballo, che evidentemente non dava i risultati sperati e finalmente la banana ritornò alla sua funzione di fondo, quella di una bacca gustosa con proprietà dal punto di vista nutrizionali molto interessanti.

Siete sicuri di saperle sbucciare?

In conclusione di questo lungo articolo vi siete chiesti se sbucciate correttamente una banana? La grande maggioranza delle persone lo fa partendo dal picciolo, ma dovremmo imparare dalle scimmie, anche loro grandi consumatrici dei questa gustosa bacca, che invece partono dal fondo, per un’operazione più semplice e meno “impattante” sulla bacca.

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