“Fulmini” su Venere, scoperta la loro vera natura. I lampi osservati su Venere sono in realtà delle meteore che bruciano nell’atmosfera del pianeta, secondo una nuova ricerca. Le future missioni sono quindi al sicuro sia dai rari fulmini che dalle meteore, note per bruciare in alto sopra le nuvole del pianeta. Le spesse nubi di Venere ricche di acidi continuano ancora ad avvolgere nel mistero il pianeta.
I ricercatori hanno a lungo dibattuto se gli intriganti lampi di luce osservati dalle precedenti missioni su Venere, fossero la prova della formazioni di fulmini sul pianeta. Se i lampi avessero rappresentano davvero dei fulmini, le future missioni sul pianeta ventoso sarebbero dovute essere progettate in modo tale che fossero state abbastanza forti da sopravvivervi. I fulmini, infatti, sono noti per riuscire a danneggiare l’elettronica qui sulla Terra.
Fulmini su Venere
I fulmini su Venere hanno portato il vicino planetario della Terra ad unirsi al gruppo di pianeti che sono caratterizzati da questi eventi. Gli altri pianeti su cui si formano i fulmini sono, oltre la Terra, Giove e Saturno. Gli sfarfallii di luce sono anche unici, in quanto esisterebbero nonostante le nubi di Venere siano prive di acqua, una sostanza considerata fondamentale per la creazione di cariche elettriche.
I ricercatori sono entusiasti della possibilità che si verifichino fulmini su Venere. Le prove effettive finora sono state, nella migliore delle ipotesi, circostanziali. Una nuova ricerca suggerisce che i fulmini potrebbero essere estremamente rari sul pianeta. Secondo la nuova ricerca potrebbero essere le meteore, che bruciano in alto nell’atmosfera di Venere, le possibili responsabili dei lampi di luce rilevati.
I ricercatori hanno supposto che il numero di meteore che piovono su Venere sia simile a quello osservato sulla Terra. Il team ha stimato il numero di lampi che queste rocce spaziali dovrebbero causare. I ricercatori hanno successivamente confrontato questi dati con i lampi registrati nell’atmosfera del pianeta da due rilevamenti. Questi sono l’osservatorio del Monte Bigelow in Arizona e l’orbiter giapponese di Venere Akatsuki, che orbita attorno al nostro vicino planetario dal 2015.
Fulmini su Venere: i dettagli
I risultati della ricerca hanno mostrato che le rocce spaziali, che bruciano a circa 100 km dalla superficie di Venere, potrebbero essere le responsabili della maggior parte o forse di tutti i lampi osservati. La ricerca ha reso noto che: “I fulmini quindi non sembrano una minaccia per le missioni che passeranno ma soprattutto si fermeranno tra le nuvole”.
I dati delle precedenti missioni su Venere degli Stati Uniti, dell’Europa e dell’ex Unione Sovietica includevano segnali che gli scienziati hanno a lungo interpretato come fulmini. I ricercatori sospettavano che si verificassero più frequentemente di quelli che avvengono sulla Terra.
In passato sia la Cassini, diretta verso Saturno, che la Parker Solar Probe, diretta verso il Sole, hanno cercato ma non sono riuscite a trovare segnali radio provenienti dai fulmini su Venere. Questi studi sono molto importanti per poter pianificare le future missioni su Venere, soprattutto perché il recente rilevamento di un possibile vulcano attivo sulla superficie del pianeta, mostra che il mondo potrebbe essere ancora geologicamente attivo.
Conclusioni
Il nuovo studio rileva che, nonostante potrebbero ancora esserci fulmini in superficie causati da eruzioni vulcaniche, nel complesso, non rappresentano una preoccupazione significativa per le missioni future. Le future sonde che scenderanno rapidamente attraverso l’atmosfera di Venere sono al sicuro. Tra queste c’è la DAVINCI della NASA, che dovrebbe immergersi nell’atmosfera del pianeta all’inizio degli anni ’30. La ricerca ha reso noto che è più probabile che si verifichi un fulmine se la sonda si trova entro i 90 km dalla superficie. La ricerca è stata descritta in un articolo pubblicato sul Journal of Geophysical Research: Planets.
FONTE:
https://www.space.com/venus-lightning-meteor-strikes-atmosphere