La notte quando dormiamo a volte può capitare di fare quelli che definiamo sogni erotici. Mentre inconsapevolmente sogniamo incontri “hot” e situazioni piccanti, certo non possiamo immaginare che nello stesso momento, sul nostro volto ma anche intorno ai capezzoli, si stanno consumando decine di amplessi. Un vero e proprio teatro del sesso, laddove il teatro siamo noi e i protagonisti della copula sono degli acari, i Demodex follicolorum.
Si tratta di un microscopico aracnide che può vivere soltanto sulla pelle umana. Lungo circa 0,3 millimetri ha un ciclo di vita che oscilla tra i 14 e i 16 giorni. Questi minuscoli animaletti preferiscono vivere nei follicoli piliferi presenti sul viso oppure sulle ciglia o intorno ai capezzoli. Di notte fuoriescono dai follicoli e si muovono sulla superficie della nostra faccia in cerca di partner per l’accoppiamento.
Gli acari adulti copulano nella parte superiore del follicolo pilifero, vicino alla superficie della pelle e le uova vengono depositate nella ghiandola sebacea, all’interno del follicolo pilifero. L’uovo a forma di cuore è lungo 0,1 mm e si schiude in una larva a sei zampe. Sono necessari sette giorni perché la larva si sviluppi in un adulto maturo, attraverso due stadi intermedi di ninfa. L’acaro adulto pertanto vive soltanto per per 4-6 giorni.
Uno studio pubblicato sulla rivista Molecular Biology and Evolution ci fornisce nuove informazioni su questo singolare ospite che scambia il nostro viso per un “privé“. Il risultato più interessante è scaturito dopo il sequenziamento del DNA di Demodex follicolorum che ha mostrato un certo livello di consanguineità che sta causando la perdita di molti dei loro geni. Secondo i ricercatori stanno diventando da parassiti esterni dei “simbionti interni”.
Questo isolamento dovuto al particolare luogo dove vivono, i follicoli piliferi umani del volto o dei capezzoli, gli impedisce di incontrare acari con geni diversi. La riduzione genica ha semplificato moltissimo il loro corpo e sta portando il D. follicolorum verso un “vicolo cieco” evolutivo che potrebbe causarne l’estinzione.
Questa particolarità evolutiva di D. follicolorum ha permesso in un altro studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences di dimostrare che popolazioni umane di diversa provenienza presentano acari di diverso “lignaggio genetico”. Lo studio dei Demodex, ancora agli inizi, ha infatti già permesso di confermare alcune accreditare ipotesi sulla storia delle migrazioni umane, come quella che vorrebbe tutti i sapiens discendenti da una prima popolazione africana, poi emigrata negli altri continenti.
Questi acari sono dotati di zampe piccolissime che si muovono solo grazie a tre muscoli unicellulari. Le particolari condizioni di vista di questi acari hanno causato la perdita del gene che è alla base del risveglio degli esseri viventi quando arriva la luce del giorno e come se non bastasse non hanno alcuna protezione ai raggi ultravioletti, motivo per il quale escono dai follicoli soltanto di notte.
Lo studio inoltre ha dimostrato che i D. follicolorum sono incapaci di produrre la melatonina, l’ormone che ha la capacità di regolare il ciclo sonno-veglia e pertanto usano la melatonina che viene secreta dalla pelle umana durante il tramonto per alimentare quelle piccole sessioni di spostamento sulla faccia necessarie per trovare i partner con cui copulare.
A proposito dell’amplesso, i maschi sono dotati di un pene che tende a sporgere verso l’alto nella parte anteriore del corpo. Questo fa sì che debbano mettersi in una posizione piuttosto insolita, sotto la femmina, nel corso dell’accoppiamento e, per accoppiarsi, devono aggrapparsi ai peli.
Dopo aver letto questo articolo non vorremmo che i vostri sogni erotici invece di essere popolati da attori e modelle o da quel vicino/a di casa particolarmente intriganti siano invasi dalle immagini inquietanti di Demodex follicolorum che dopo una breve passeggiata sulla vostra faccia, fanno sesso come se non ci fosse un domani e in effetti vista la loro aspettativa di vita, carpe diem!
Fonti:
alcune voci di Wikipedia
Focus.it
notiziescientifiche.it