Nel 1914 il Regno Unito era ancora il possessore dell’impero più vasto del mondo e la principale potenza finanziaria del globo ma i più avveduti tra gli osservatori contemporanei intravedevano le già profonde crepe che di li a poco ne avrebbero minato la leadership europea e mondiale.
Le divisioni sociali e politiche nell’isola di Albione si erano profondamente acuite, basti dire che i 5 milioni di abitanti più ricchi si spartivano una torta di ben 830 milioni di sterline, mentre il restante 95% (38 milioni di abitanti) dovevano dividersi una quota complessiva di ricchezza paria a 880 milioni di sterline.
Dal 1909 l’aristocrazia ed il Partito Conservatore si batterono strenuamente per impedire l’introduzione di un primo e prudente piano di riforme sociali da parte dei liberali. La vecchia classe dominante aveva perso completamente il contatto con una realtà in profondo e rapido mutamento.
Da quanto nel 1905 i liberali erano al governo del paese, la spesa pubblica destinata alle riforme sociali era raddoppiata ma lo sviluppo di un primo abbozzo di stato sociale era limitato dal modesto introito fiscale ammontante nel biennio 1913-14 a circa 200 milioni di sterline, pari al 8% del reddito nazionale.
Si lasciava la scuola a tredici anni e si andava in pensione (una modesta pensione) a 70 anni e nel 1911 Lloyd George aveva introdotto un primo, primitivo sistema assicurativo per tutelare malati, disoccupati.
Ciò nondimeno nel 1910 un operaio inglese, in termini reali, era più povero di quanto fosse nel 1900 e questa paradossale situazione produceva una forte radicalizzazione dello scontro sociale.
A partire dall’industria del carbone la conflittualità operaia si estese a macchia d’olio e nel 1911 a causa di un proliferare incontrollato degli scioperi andarono perdute oltre 10 milioni di giornate di lavoro.
Gli stessi sindacati erano spesso scavalcati dalle proteste spontanee ed auto organizzate e il governo si limitava ad affrontare le situazioni più critiche dispiegando l’esercito per reprimere le proteste.
Nel 1912 le giornate di lavoro perse a causa degli scioperi salirono alla cifra record di 38 milioni di giornate di lavoro.
Le condizioni di lavoro erano spesso terribili soprattutto nell’industria carbonifera, nell’ottobre del 1913 un’esplosione nella miniera di carbone di Senghenydd, dovuto ad un sistema di sicurezza inesistente, provocò oltre 400 morti.
Il Primo Ministro in carica, il liberale Asquith, in carica dal 1908 al 1916, profondamente provato durante le comunicazioni alla Camera dei Comuni non riusci’ però a gestire questa vicenda che non era altro che la punta di un gigantesco iceberg.
Tra il 1910 e il 1914 gli aderenti al sindacato passarono da 2.300.000 a 4.000.000 circa e nei sei mesi precedenti lo scoppio della guerra, la Gran Bretagna fu squassata da oltre 930 scioperi.
Come se non bastasse il fronte sociale anche la grana dell’autonomia dell’Ulster costituiva per il governo dell’epoca un passaggio delicato al punto da arrivare a costituire la minaccia di una vera e propria guerra civile.
Eppure il governo Asquith poteva contare su numerosi ministri di talento e che ricopriranno ruoli estremamente importanti nella storia inglese da Lloyd George, a Winston Churchill a Richard Haldane.
Il Primo Ministro era un sopravvissuto di un’epoca precedente, nel 1914 aveva 62 anni, era un avvocato di origini modeste, intelligente e riservato, ma privo di immaginazione e di un’autentica passione politica.
L’impero britannico era ancora percepito come potente dagli osservatori internazionali ma il governo Asquith dava invece dimostrazione di cronica debolezza e di irresolutezza nell’affrontare le due grandi questioni che agitavano e spaccavano il paese, la crisi sociale e la follia dell’Ulster. Intanto ad agitare uno scenario complesso si aggiungeva il movimento delle suffragette con la sua campagna assordante sul diritto di voto alle donne. Le suffragette appiccavano incendi nelle vetrine dei negozi, soltanto nei primi sette mesi del 1914 ben 107, facevano lo sciopero della fame in prigione o scrivevano con la vernice i loro slogan nei campi da golf o di polo dell’aristocrazia inglese.
Per quanto riguarda la preparazione alla guerra il 23 agosto 1911 nel corso di una riunione di un sottocomitato del CID (Comitato per la difesa dell’Impero) presenti Asquith e Churchill furono avviati timidi preparativi in caso di un possibile conflitto europeo.
L’esercito inglese era storicamente modesto se confrontato con quello delle altre grandi potenze Francia, Germania, Austria, Russia e persino Italia. La campagna avviata nel 1907 da Lord Northcliffe sul suo Daily Mail per la leva obbligatoria non aveva riscosso alcun successo. La flotta inglese rimaneva di gran lunga l’arma più potente ed importante dell’arsenale britannico, ma combattere sul teatro continentale era tutt’altra cosa, per questo venne affidato al giovane Winston Churchill nell’ottobre del 1911, nonostante i suoi trentasette anni, la carica di Primo Lord dell’Ammiragliato con il compito di rimodulare la strategia del blocco ravvicinato con una più prudente strategia del blocco a distanza. Intanto maturava dopo diversi decenni la possibilità concreta di inviare un corpo di spedizione britannico sul continente a fianco della Francia nel caso, ormai sempre più probabile, in quei primi mesi del 1914, dello scoppio di una guerra.