La battaglia della Champagne, una regione della Francia settentrionale, fu in realtà una serie di offensive dell’esercito francese, con il sostegno marginale del Corpo di Spedizione britannico, contro l’invasore tedesco che si svilupparono dal 20 dicembre 1914 e si estesero ad un settore del fronte che andava da Nieuwpoort a Verdun, durando fino al 17 marzo dell’anno successivo.
Nella Champagne si combatterono per lo più battaglie di logoramento, dal momento che le posizioni significative dal punto di vista tattico venivano prese, poi perse, poi prese di nuovo e perse ancora. Agli attacchi francesi si susseguivano contrattacchi tedeschi di pari intensità, e una battaglia particolarmente violenta venne combattuta per la presa del villaggio di Perthes, un abitato fino a quel momento insignificante.
Ben presto il campo di battaglia si trasformò in una sorta di macelleria umana a cielo aperto. Le batterie d’artiglieria di entrambi gli schieramenti non sufficienti per permettere uno sfondamento decisivo imposero però un tributo di sangue elevatissimo. Per capire l’orrore di quegli insensati scontri, leggiamo la testimonianza del tenente Walter Ambroselli, 3° battaglione, 12° reggimento granatieri:
Mentre ci facevamo strada nella trincea stretta e profonda, si presentò ai nostri occhi uno spettacolo terribile! Nel punto in cui era esploso un proiettile di mortaio da trincea, giacevano, fatti a pezzi, circa otto Chasseurs Alpins, fra le migliori truppe francesi, in un cumulo sanguinolento di corpi umani irriconoscibili, morti e feriti. Un cadavere senza testa o busto schiacciava i commilitoni feriti ma ancora vivi, anche se con le membra amputate o orribilmente mutilate. Alzarono lo sguardo su di noi, con occhi sanguinanti e disperati. Il pianto e il lamento di questi poveri soldati nemici, ormai condannati, ci toccò il cuore. Non potevamo uscire dalla trincea per evitare questo cumulo di corpi. Per quanto ci si stringesse il cuore al pensiero di calpestarli con i nostri scarponi chiodati, fummo costretti a farlo!
Grazie ai pezzi da 75 mm i francesi riuscirono a loro volta ad infliggere durissime perdite ai tedeschi. Il fante August Hopp avrebbe toccato con mano la tremenda realtà di trovarsi al centro di un bombardamento francese sulle alture di Combres, il 21 febbraio 1915. Questi i suoi ricordi:
Iniziò alle 3 in punto e allo stesso tempo rovesciarono un terribile fuoco di fiancheggiamento sul nostro fianco sinistro. Uno dopo l’altro i miei uomini andarono coraggiosamente incontro al loro destino, vuoi con il fuoco di artiglieria, vuoi con quello della fanteria. Era spaventoso. Dovetti continuare a incitare gli uomini a tenere duro, a non perdersi d’animo, sempre consapevole che io stesso potevo essere colpito in qualunque momento. Carponi, uscii dalla trincea e mi portai sulla posizione laterale, priva di copertura, e incoraggiai gli uomini lì appostati – il caporale Seckinger e i soldati semplici Platzr e Plemmer – a tenere d’occhio la situazione, per evitare che il nemico ci piombasse addosso all’improvviso sui fianchi. Dovetti urlare loro nelle orecchie tanto era forte il rombo tutto intorno. Ero appena sgattaiolato dentro la trincea quando fui gettato indietro da una tremenda scossa. Da fuori, dove erano appostati i tre, proveniva un leggero rantolo, le gambe dell’uomo più vicino a me ebbero un fremito convulso, poi calò una tranquillità mortale. Uno dopo l’altro, fecero tutti la stessa fine.
Tra febbraio e marzo del 1915 sul fronte della Champagne i francesi ebbero oltre 40.000 perdite, tra morti e feriti. Il comandante in capo dell’esercito francese Joffre lanciò sul saliente di Saint Mihiel un ulteriore serie di offensive dal 30 marzo che produssero risultati magrissimi e anzi diedero il fianco ad una serie di duri contrattacchi tedeschi che iniziarono il 23 aprile e vanificarono in un lampo i magri successi francesi. Ovviamente questi ultimi reagirono e ci fu un’ulteriore ondata di aspri scontri con ingenti perdite da entrambe le parti, soltanto i francesi ebbero qualcosa come 65.000 feriti.
Il sostanziale insuccesso di queste prolungate offensive che vanno sotto il nome di Prima Battaglia della Champagne indussero l’Alto Comando francese a rivedere l’uso dell’artiglieria. Constatata come mancasse la potenza di fuoco necessaria per provocare un sicuro sfondamento in un punto della linea nemica, si adottò da allora in poi la tattica di bombardamenti prolungati contro le trincee nemiche al fine di fiaccare la resistenza dei difensori ed anticipare l’attacco della fanteria francese. Questo nuovo impiego dell’artiglieria richiese un subitaneo innalzamento dei livelli produttivi delle munizioni con disastrose conseguenze sulla qualità dei proiettili che spesso non detonavano o andavano a vuoto.
In ogni caso neppure i lunghi, a volte lunghissimi, bombardamenti preparatori che furono la caratteristica dell’utilizzo dell’artiglieria per i successivi due anni e mezzo, produssero l’effetto sperato. Se c’era una lezione da apprendere dopo la Prima Battaglia della Champagne era che si preparava una guerra di logoramento, lunga e spietata.