sabato, Dicembre 7

Rodolfo Valentino e la genesi del Latin Lover

Cosa sarebbe rimasto di Rodolfo Pietro Filiberto Guglielmi, in arte Rodolfo Valentino e spesso semplicemente Rudy se un micidiale attacco di peritonite non avesse stroncato la sua vita all’età di appena 31 anni, il 23 agosto 1926, a New York mentre era all’apice della notorietà e della carriera di attore?

Probabilmente poco, se non niente, con ogni probabilità questo giovanotto dai tratti lievemente effeminati nato a Castellaneta in Campania il 6 maggio del 1895 sarebbe stato travolto dall’avvento del sonoro come la stragrande maggioranza dei divi del cinema muto e ben presto dimenticato come un fossile della settima arte.

La sua prematura scomparsa invece ha alimentato un mito che sopravvive ancora oggi, a quasi un secolo dalla morte. Questo immigrato dalla sessualità borderline ha saputo costruire un personaggio, un mito in grado di infiammare l’immaginario erotico mondiale. Fin dall’inizio della carriera cinematografica Valentino che era emigrato in America nel dicembre del 1913, all’età di 18 anni, consegnato per i suoi tratti latini agli stereotipi del bandito e del malavitoso, rifulge nel tenebroso seduttore di Out of Look ed in quelli del ballerino rovina famiglie di di Eyes of Youth.

Ma è nel pieno dei ruggenti Anni Venti che Valentino diventa una vera e propria icona, interprete per antonomasia dell’amante latino, tanto che per lui fu coniato il termine di Latin Lover. Interprete di melodrammi avventurosi ed a volte grotteschi con una serie di pellicole quali I quattro cavalieri dell’Apocalisse di Rex Ingram, Lo Sceicco di George Melford e Sangue ed Arena, di Fred Niblo Rudy diverrà l’idolo non soltanto delle donne americane ma di tutto l’Occidente.

Nonostante la sua fama di irresistibile dongiovanni Valentino ha avuto diverse storie omosessuali tra le quali quella con il regista Rex Ingram e con un suo truccatore. Il suo ultimo film Il figlio dello sceicco, uscì postumo. La sua morte scatenò vere e proprie scene di isterismo e fanatismo di massa,  oltre che una trentina di suicidi – non si sa quanto legati alla sua morte – si registrarono nel giorno dei suoi funerali, a New York. Nello stesso giorno furono organizzati due cortei funebri, uno appunto a New York, l’altro a Hollywood; quando, il 30 agosto, il corteo funebre attraversò un quartiere di New York, furono decine di migliaia le persone che vi parteciparono.

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