
Sonda giapponese si schianta sulla Luna con un “atterraggio duro”. La sonda Resilience, secondo la iSpace, si è spenta durante il suo tentativo di at il 5 giugno, colpendo probabilmente la Luna troppo velocemente. La compagnia ci riproverà nel 2027. La sonda giapponese che giovedì stava tentando di effettuare il primo allunaggio privato sulla Luna si è schiantata sulla superficie lunare, in un secondo, deludente fallimento per i costruttori della iSpace.
La sonda Resilience della compagnia giapponese aveva come obiettivo un atterraggio morbido nella regione del Mare del Freddo. Ma la telemetria del lander si è interrotta un minuto e 45 secondi prima dell’atterraggio previsto, apparentemente a causa di un malfunzionamento delle apparecchiature. Il tentativo ricorda il primo tentativo di allunaggio di ispace, avvenuto ad aprile del 2023. Anche in quel caso, la sonda si spense e il tentativo fu dichiarato fallito.
I dati preliminari basati sulla telemetria degli ultimi istanti di vita di Resilience suggeriscono che il telemetro laser del lander abbia subito dei ritardi durante la misurazione della distanza della sonda dalla superficie lunare. Il lander, di conseguenza, non è riuscito a decelerare a sufficienza per raggiungere la velocità richiesta per l’atterraggio lunare previsto. Si presume attualmente che il lander abbia probabilmente effettuato un atterraggio brusco sulla superficie lunare.

La sonda e il suo allunaggio
È improbabile che la sonda sia sopravvissuta in condizioni tali da poter proseguire la sua missione di due settimane o da poter dispiegare il piccolo rover Tenacious, costruito dall’Agenzia Spaziale Europea. La Ispace si impegna ad imparare dai propri fallimenti per i voli futuri. La società ha reso noto che: “Dobbiamo continuare la nostra missione affinché i giapponesi esplorino la Luna”.
Resilience è il secondo lander lunare Hakuto-R di Ispace, il che spiega il nome del suo attuale volo, ossia Hakuto-R Mission 2. L’azienda ha compiuto grandi progressi con la missione Hakuto-R 1, che ha raggiunto con successo l’orbita lunare nel marzo 2023. Ma la sonda non è riuscita ad atterrare correttamente. Si è infatti schiantata dopo che il suo sensore di altitudine è stato confuso dal bordo di un cratere lunare, scambiandolo per la superficie lunare circostante.
La iSpace ha integrato le lezioni apprese nella missione Hakuto-R 2, lanciata il 15 gennaio a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX dalla Space Coast della Florida. Resilience ha intrapreso un percorso più lungo e più efficiente dal punto di vista energetico verso la Luna.

La sonda e la missione
Il percorso ha previsto un sorvolo ravvicinato del vicino terrestre il 14 febbraio. Il lander è arrivato in orbita lunare come previsto il 6 maggio, quindi ha eseguito una serie di manovre per cambiare rotta su una traiettoria circolare a soli 100 chilometri dalla superficie.
Questo ha preparato il terreno per l’azione di giovedì. Ma qualcosa è andato storto quando Resilience si trovava a soli 192 metri sopra la superficie lunare. Non è chiaro se Resilience si stesse muovendo più velocemente del previsto a causa del ritardo nei dati del telemetro laser o se tale ritardo fosse causato dalla velocità con cui la sonda si muoveva rispetto a quanto pianificato.

Conclusioni
Per prima cosa la iSpace dovrà scoprire la causa principale del fenomeno per poi utilizzarla nella Missione 3 e nella Missione 4. Se Resilience avesse avuto successo oggi, si sarebbe trattato solo del secondo atterraggio morbido sulla Luna per il Giappone. Resilience ha trasportato cinque carichi utili, ma non appartengono alla NASA. La missione Hakuto-R 2 non è un progetto del CLPS. Tre di questi cinque sono attrezzature scientifiche che mirano a facilitare l’esplorazione umana della Luna.
Nonostante il fallito allunaggio di Resilience, iSpace ha grandi obiettivi lunari. L’azienda prevede di lanciare due missioni lunari nel 2027, Missione 3 e Missione 4. Queste utilizzeranno un lander più grande e performante, denominato Apex 1.0. Questo lander peserà 2 tonnellate, molto più grande di Resilience. Jumpei Nozaki, direttore e CFO di iSpace, durante la conferenza stampa ha dichiarato che: “Sappiamo che non sarà facile. Provarci ha un certo significato e un certo valore”.
Jumpei Nozaki ha affermato che lui e iSpace erano estremamente dispiaciuti di aver deluso gli 80.000 sostenitori e azionisti dell’azienda e che erano determinati a imparare dall’esperienza nella progettazione della Missione 3 e della Missione 4. Jumpei Nozaki termina spiegando che: “Al momento non ne conosciamo la causa. La cosa più importante adesso è scoprire la causa di questo secondo fallimento”.