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Fenomeni non identificati: condiviso aggiornamento preliminare

Fenomeni non identificati: condiviso aggiornamento preliminare. Un team di 16 esperti e scienziati riuniti dalla NASA mira a pubblicare il suo primo rapporto sui fenomeni anomali non identificati entro la metà di quest’estate. Questi sono noti anche come oggetti volanti non identificati, o UFO.

Dan Evans, assistente vice amministratore associato per la ricerca, Science Mission Directorate della NASA, ha spiegato che: “I fenomeni non identificati hanno davvero catturato l’attenzione del pubblico, della comunità scientifica e oggigiorno anche del governo degli Stati Uniti. Noi della NASA crediamo fermamente che sia nostra responsabilità lavorare tutti insieme per indagare su questi fenomeni”.

Il ricercatore continua spiegando che: “Abbiamo incaricato il team di aiutare la NASA a produrre una tabella di marcia, che non guardi necessariamente indietro a precedenti filmati sgranati. In qualche modo bisogna far riconoscere che di molti UAP, avvenuti in passato, non saremo mai in grado di arrivare in fondo. Questo perché i dati sono di scarsa qualità”.

“Stiamo cercando di valutare se questi fenomeni pongono rischi per la sicurezza e lo stiamo facendo usando la scienza”, ha aggiunto Dan Evans. “La NASA crede che gli strumenti della scienza si applichino allo studio di UAP perché ci permettono di separare i fatti dalla finzione. E questo fa tutto parte dell’impegno della NASA nell’esplorare l’ignoto, e farlo con l’apertura, la trasparenza e il candore che siamo abituati a fornire al pubblico”.

I fenomeni non identificati

Un gruppo di studio sta classificando e valutando i dati riguardanti i fenomeni non identificati. Gli UAP, sono degli eventi che avvengono nel cielo che non possono essere identificati come aerei o fenomeni naturali noti da una prospettiva scientifica, secondo la NASA.

Il termine UAP, che originariamente significava fenomeni aerei non identificati, è stato modificato dal National Defense Authorization Act. Il cambiamento è avvenuto in riconoscimento del fatto che la ricerca di UAP dovrebbe includere anche i fenomeni dello spazio vicino e sottomarini.

L’agenzia spaziale ha già notato che il numero limitato di osservazioni di UAP ha reso molto difficile poter trarre delle conclusioni scientifiche sulla natura di tali eventi. L’agenzia ha spiegato che: “Il rapporto informerà la NASA su quali possibili dati potrebbero essere raccolti in futuro per far luce sulla natura e l’origine dell’UAP”.

Lo studio, con una durata di nove mesi, è iniziato il 24 ottobre 2022. Il team, che pubblicherà un rapporto entro la fine di luglio, è formato da 16 scienziati ed esperti in vari campi, tra cui astrobiologia, scienza dei dati, oceanografia, genetica, politica e scienze planetarie. Il team è guidato dall’astrofisico David Spergel, presidente della Simons Foundation di New York City. Inoltre, è presente l’astronauta della NASA in pensione Scott Kelly, che, riflettendo sulle sue esperienze di volo spaziale e di volo atmosferico, ha affermato che entrambi sono “molto, molto favorevoli alle illusioni ottiche”.

I fenomeni non identificati e la ricerca

Lo scopo del team non è quello di determinare la vera natura degli UAP, che sono stati visti in spazi aerei militari negli ultimi decenni. L’approccio del team è quello di delineare in quale modo valutare e studiare i fenomeni anomali non identificati utilizzando dati e tecnologia.

David Spergel ha spiegato che: “Abbiamo attraversato una fase di raccolta dei dati, che è continuata. Penso che quello che abbiamo visto è che molti eventi hanno spiegazioni convenzionali. Molti di questi eventi sono aerei commerciali, droni civili e militari, palloni meteorologici e di ricerca, attrezzature militari, fenomeni meteorologici e fenomeni ionosferici. Detto questo, rimangono altri eventi che non comprendiamo”.

David Spergel ha affermato che quegli eventi hanno dati di scarsa qualità o limitati. Il team ritiene che sono necessari altri dati di alta qualità, oltre a più osservazioni, per poter valutare gli eventi. Il dottor Sean Kirkpatrick del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, ha affermato che: “Riceviamo all’incirca… da 50 a 100 nuovi rapporti al mese”.

Sean Kirkpatrick ha affermato che il numero è balzato ad oltre 800 casi di UAP da quando ha testimoniato al Congresso che c’erano stati 650 casi ad aprile in cui sono stati integrati i fati della FAA. I dati sono stati raccolti in 27 anni. Secondo Sean Kirkpatrick i numeri continueranno a cambiare settimanalmente. Inoltre, ha avvertito che il numero di casi che “sono forse davvero anomali varia dal 2 al 5 percento“. Sean Kirkpatrick ha definito “anomalo tutto ciò che non è facilmente comprensibile dall’operatore o dal sensore”.

Fenomeni non identificati: le tecnologie

Il team, piuttosto che i satelliti, che possono monitorare solo piccole porzioni della maggior parte del pianeta con una risoluzione molto bassa, è interessato ad arruolare l’aiuto di scienziati cittadini. Ci sono dai 3 miliardi ai 4 miliardi di telefoni cellulari in tutto il mondo. David Spergel ha affermato che lo sviluppo di un’app, che le persone potrebbero utilizzare per registrare dati e caricarli su un sito Web per tracciare UAP, sarebbe una grande opportunità per la scienza dei cittadini.

Ci sono stati diversi studi sugli UAP condotti da vari rami del governo degli Stati Uniti. Tra questi c’è un rapporto del Pentagono che è stato declassificato a giugno del 2021. Questo nonostante nessuno abbia dato al pubblico una risposta chiara su cosa potrebbero essere gli UAP.

La ricerca della vita

La NASA è stata a lungo incaricata di trovare la vita altrove, motivo per cui i programmi di astrobiologia fanno parte del focus dell’agenzia. Il rover Perseverance, tra i molti, è attualmente alla ricerca di segni di vita antica che potrebbero essere esistiti una volta su Marte. Questo mentre si stanno sviluppando future missioni, che dovranno cercare segni di vita che potrebbero essere presenti sui mondi oceanici nel nostro sistema solare.

Conclusioni

I ricercatori, visto i problemi di sicurezza nazionale e aerea che sono stati sollevati con gli UAP, vogliono esaminare le osservazioni e stabilire se queste sono naturali o devono essere spiegate diversamente. Lo studio non è classificato e di pubblico dominio e non include dati militari o di agenzie di intelligence.

Dan Evans ha spiegato che: “L’interesse della NASA per quanto riguarda gli UAP differisce dal Pentagono e dalla comunità dell’intelligence. Bisogna vedere i veri vantaggi per questo team che lavora esclusivamente su dati non classificati. Perché quando ti limiti a questi tipi di dati, puoi collaborare liberamente con il mondo accademico, con l’industria e con partner internazionali. Abbiamo bisogno di tutti i ricercatori possibili su questo argomento”.

Il ricercatore continua spiegando che: “Non ci sono assolutamente prove convincenti per la vita extraterrestre associata agli UAP. Penso che quando abbiamo messo in piedi questa squadra incredibile, lo abbiamo fatto riconoscendo il fatto che dobbiamo ottenere una risposta senza però assumere un’origine”. Mentre l’astrobiologia si concentra sulla ricerca della vita, lo studio dell’UAP ha i suoi obiettivi che non sono necessariamente collegati.

Dan Evans conclude spiegando che: “Ogni singolo membro del nostro team è un’autorità nel proprio campo. Hanno un supporto enorme, completo e totale. E questo è un duro lavoro, un lavoro serio. Se vogliamo veramente rispettare il processo scientifico, allora dobbiamo consentire alla scienza, in effetti, di essere libera”.

FONTE:

https://edition.cnn.com/2023/05/31/world/nasa-uap-study-public-meeting-scn/index.html

Fabiana Leoncavallo

Laureata in architettura, mi ritengo una persona piuttosto poliedrica. Grande appassionata di scienze, astronomia, storia, letteratura, cinema e serie tv, tutti argomenti che amo descrivere nei miei articoli, che si basano su ricerche valide. Inoltre, amo molto effettuare studi sulla natura, sugli animali, sui cambiamenti climatici, sulla salute e l’alimentazione.

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