Il “secolo breve” ha visto il crollo di imperi e Stati che avevano fatto la storia, a volte plurisecolare, dell’Europa. Di questo si occupa il bel saggio storiografico di Paolo Macry , professore emerito dell’Università Federico II di Napoli pubblicato dal Mulino ed insigne studioso di storia contemporanea.
“Gli ultimi giorni” affronta il tema del crollo dell’Impero degli Asburgo, della Russia di NIcola II, del Reich guglielmino ma anche dell’Italia nel 1943 e dell’URSS nella breve e sfortunata stagione gorbacioviana attraverso un’analisi storiografica che esplora le condizioni oggettive e soggettive della dissoluzione di questi stati attraverso le loro ultime settimane di vita.
Macry sostiene che la storiografia da sempre ha privilegiato la tesi che il crollo di imperi e regimi sia il frutto di una progressiva, a volte lenta, ma sempre inarrestabile decadenza e che gli avvenienti degli ultimi giorni siano semplicemente la naturale conclusione di questo processo. L’autore invece, pur ovviamente non rigettando completamente questa interpretazione, da dignità all’evolversi degli ultimi giorni di vita di questi regimi ricostruendo in un’avvincente e dettagliata narrazione gli ultimi giorni nei palazzi del potere e sulle piazze cittadine, in un confuso teatro di avvenimenti individuali e collettivi, di capi militari e politici che cercano di reagire al ritmo incalzante degli eventi, di apparati di controllo che si sfaldano e rinunciano a usare la propria forza coercitiva, di comunità cittadine che smarriscono ogni sentimento identitario, della quotidianità stravolta nel suo normale svolgimento, di valori pubblici e privati totalmente sovvertiti. Macry individua in tre momenti le fasi del crollo dello Stato: la paralisi politica e amministrativa, la delegittimazione popolare e la rinuncia all’uso della forza.
Da questa puntigliosa ricostruzione emergono le evidenti consonanze nel disfacimento dell’impero sovietico con quello Austro-Ungarico, piuttosto che nella dissoluzione dello Stato italiano nel 1943 con il Reich di Guglielmo II. Insomma un saggio che apre una prospettiva nuova nell’analisi della caduta di regimi e stati senza per altro rinnegare l’importanza del flusso costante e duraturo degli avvenimenti storici.
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