Brutti, sporchi e cattivi. Spesso considerati solo come “carne da macello”, ingabbiati in luridi e ristretti spazi di allevamento intensivo. Ingozzati e poi destinati tutti ad una fine atroce, per finire cucinati sulle nostre tavole. Eppure i maiali, secondo molti studi attuali, rivelano una sorprendente intelligenza, secondo alcuni, inferiore soltanto a quella degli scimpanzé e una particolare emotività, del tutto insospettata.
Mammiferi dell’ordine Artiodattili suiformi, i maiali sono dotati di una pelle spessa, con grosso strato di grasso sottocutaneo, canini trasformati in zanne e un caratteristico grugno mobile, per grufolare in terra. Le varie razze ottenute con la selezione artificiale, con crescita rapida e aumento di peso, possono superare i 300 kg, più del doppio del peso di un cinghiale.
Buona parte di essi ha la pelle rosa, ma ce ne sono anche neri o pezzati. Le setole non sono sempre presenti, o comunque ridotte. Le orecchie possono essere dritte o pendenti, la coda anche curva, le zampe corte, ma robuste dotate di zoccoli che si allargano in terreni fangosi.
I maiali cercano sempre di mantenersi puliti, per la pelle delicata, dalle setole ispide, per cui fanno frequenti bagni di fango, anche per proteggersi dal freddo. Inoltre espletano i bisogni fisiologici lontano dai luoghi in cui dormono. Le stesse madri cercano di non sporcare i loro nidi, addirittura trattenendo le feci per più giorni nelle gabbie da parto.
Le femmine (scrofe) possono partorire fino a 10 piccoli, alcuni striati come i cinghiali, poco più grandi di un topo, allattati in contemporanea mediante le molte mammelle, tra 10 e 16. Lasciati liberi, possono vivere in comunità, che vanno da 2 a 4 scrofe e piccoli, che da adulti si staccano per creare una propria famiglia. Le madri sono molto protettive verso i cuccioli, continuando a nutrirli per un lungo periodo, da 13 a 17 settimane.
I maiali possiedono una vasta gamma di suoni per comunicare tra loro, con circa 40 segnali vocali diversi, inoltre imparano facilmente dagli altri del gruppo. Amano giocare, si mostrano piuttosto empatici, affezionandosi anche alle persone.
In varie occasioni, i maiali rivelano un’eccellente intelligenza, dimostrando capacità cognitive simili a quelle di scimpanzé, elefanti, delfini e bambini di 3 anni. Infatti si riconoscono negli specchi, si sanno orientare in labirinti per trovare l’uscita e sono in grado anche di ritrovare il cibo nascosto, grazie al loro fine olfatto. Riconoscono le diverse forme geometriche degli oggetti, ponendoli negli incavi giusti, e sanno muovere persino un joystick per spostare un cursore sullo schermo.
Opportunatamente addestrati, riescono a capire linguaggi simbolici, con complesse combinazioni simboliche associate ad azioni ed oggetti. Un maiale, soprannominato “Pigcasso”,usando pennello e colori tramite la bocca, è riuscito persino a realizzare opere astratte che rivelano un appropriato accoppiamento cromatico.
I maiali sono davvero socievoli, intelligenti ed emotivi, talvolta più dei nostri cani domestici. Eppure l’industria alimentare, orientata verso interessi economici, li sfrutta spesso in modi incresciosi e riprovevoli, causandone maltrattamenti e sofferenze eccessive. Bisognerebbe invece assicurare loro migliori condizioni di vita e forse cercare di ridurre significativamente il consumo delle loro carni, preferendo una alimentazione maggiormente vegetariana.
Foto di Marion Streiff da Pixabay
Foto di 👀 Mabel Amber, who will one day da Pixabay
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