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I Nüü-Mü-Nüü: I Signori delle Grandi Pianure

I Comanche (il cui nome proprio, o endonimo, è Nüü-Mü-Nüü, che significa “Il Popolo”) furono la tribù nativa americana dominante delle Grandi Pianure del Sud per oltre un secolo e mezzo, prima che l’avanzata inesorabile degli Stati Uniti ne mettesse fine al dominio. La loro storia è indissolubilmente legata all’introduzione del cavallo in Nord America da parte degli spagnoli, un evento che trasformò radicalmente la loro cultura e la loro potenza militare, rendendoli una delle forze più temute e rispettate del continente.

Dalle Montagne alle Praterie: Le Origini e la Migrazione

Le origini dei Comanche sono da ricercare nel gruppo etnico degli Shoshone, stanziato nelle regioni montuose del Wyoming. Inizialmente, erano un popolo di cacciatori-raccoglitori che si muovevano a piedi. Fu tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo che si separarono dai loro parenti settentrionali e iniziarono la grande migrazione verso sud. Questa mossa fu motivata principalmente dalla ricerca di territori di caccia più ricchi e, soprattutto, dall’accesso al cavallo, che stavano acquisendo attraverso il commercio o il furto dai coloni e dagli altri popoli delle pianure.

La loro discesa li portò a insediarsi in un vasto e ricco ecosistema che i Comanche chiamarono Comancheria, un territorio che si estendeva su gran parte del Texas occidentale, parte dell’Oklahoma, del Kansas, del Colorado e del Nuovo Messico.


La Cultura del Cavallo e del Bisonte

Una volta stabilitisi nelle pianure, i Comanche divennero i maestri incontrastati della cavalleria. Il cavallo non era solo un mezzo di trasporto, ma l’asse portante di tutta la loro cultura. Un Comanche non era un vero guerriero senza il suo cavallo addestrato; era lo strumento essenziale per la caccia, la guerra e lo status sociale.

Il loro stile di vita nomade era interamente centrato sulla caccia al bisonte. Il bisonte forniva praticamente ogni risorsa necessaria alla vita: carne per il cibo, pelle per l’abbigliamento e per rivestire i tipi (le loro abitazioni coniche), ossa per gli utensili e tendini per le corde e gli archi. Questa profonda dipendenza creò una società estremamente mobile ed efficace, libera dalle restrizioni dell’agricoltura stanziale.

Consistenza, Organizzazione e Forza

Al loro apice, si stima che la popolazione Comanche contasse tra i 20.000 e i 40.000 individui. Non esisteva un unico “Capo Comanche” che governasse l’intera nazione. La loro organizzazione sociale era basata su bande (quahadi, penateka, nokoni, ecc.), gruppi autonomi e indipendenti che si muovevano, cacciavano e facevano guerra separatamente.

Ciascuna banda era guidata da un capo di guerra (selezionato per abilità e coraggio in battaglia) e da un capo civile (scelto per saggezza e capacità di giudicare). Sebbene le bande potessero unirsi per campagne militari su vasta scala o per cerimonie importanti, l’autorità politica era decentrata. Questa struttura flessibile e l’assenza di un centro di potere unico resero la nazione Comanche estremamente difficile da sconfiggere o da costringere alla resa attraverso i trattati, garantendone il dominio incontrastato sulla Comancheria fino alla metà del XIX secolo.

Egemonia e Conflitti Intertribali

Il potere incontrastato dei Comanche sulla Comancheria non fu raggiunto senza spargimento di sangue. La loro espansione verso sud e est li portò a scontrarsi violentemente con molte altre tribù native americane, definendo le dinamiche politiche di tutte le Grandi Pianure del Sud.

I nemici storici più accaniti dei Comanche furono gli Apache. Prima dell’arrivo massiccio dei Comanche, gli Apache dominavano gran parte di quel territorio; lo scontro fu brutale e prolungato, e si concluse con la definitiva sconfitta e la migrazione forzata degli Apache verso le regioni montuose e desertiche (come gli Apache Jicarilla e Mescalero) o con il loro parziale assorbimento.

Allo stesso tempo, i Comanche mantennero relazioni complesse e spesso cangianti con altre potenze, come i Kiowa e i Cheyenne. In particolare, stabilirono un’alleanza militare e commerciale duratura con i Kiowa, formando una forza combinata che divenne virtualmente inattaccabile nel cuore della Comancheria. Tuttavia, anche queste alleanze non escludevano periodi di tensione o piccole scaramucce per le risorse di caccia.


L’Incontro con gli Europei: Dallo Scambio al Conflitto

Il primo contatto significativo con le potenze europee avvenne con gli Spagnoli nel Nuovo Messico. Inizialmente, il rapporto fu dettato da una complessa miscela di commercio e guerra.

  • Commercio di Santa Fe: I Comanche erano abili mercanti, scambiavano pellami e cavalli e muli razziati nel sud con armi, metallo e rifornimenti provenienti dai mercati spagnoli (e successivamente messicani) di Santa Fe e Taos.
  • Le Razziè e le Rappresaglie: Quando non commerciavano, i Comanche conducevano incursioni in profondità nel territorio spagnolo e messicano. Queste razzie erano finalizzate al furto di bestiame (cavalli, muli, bovini) e alla cattura di prigionieri, che spesso venivano assorbiti nella tribù. La loro audacia e velocità rendevano le rappresaglie spagnole e, dopo il 1821, messicane, quasi sempre inefficaci. I governi del Nuovo Messico e del Messico settentrionale furono per decenni paralizzati dalla paura e costretti a pagare pesanti tributi ai Comanche per assicurarsi periodi di pace temporanea.

L’equilibrio cominciò a cedere con l’arrivo dei cacciatori e coloni statunitensi in Texas a partire dagli anni ’30 dell’Ottocento. Questi nuovi arrivati, animati da una diversa ideologia di insediamento permanente e di proprietà terriera, non erano disposti a tollerare le incursioni o a negoziare tributi. La loro espansione segnò l’inizio delle Guerre Comanche su vasta scala, che avrebbero definitivamente messo in crisi la supremazia dei Signori delle Pianure, aprendo l’ultima e più drammatica fase del loro dominio.

La Guerra Totale e il Tramonto della Comancheria

L’indipendenza del Texas (1836) e la sua successiva annessione agli Stati Uniti (1845) segnarono l’inizio della fine per la sovranità Comanche. I coloni americani portavano con sé una mentalità di espansione e una forza militare ben organizzata, decisi a colonizzare in modo permanente il territorio della Comancheria. Le ostilità si intensificarono in modo esponenziale, trasformandosi da incursioni occasionali in una vera e propria guerra totale.

Uno degli episodi più significativi fu il Massacro del Council House a San Antonio nel 1840. Dopo aver accettato di negoziare la liberazione di alcuni prigionieri bianchi, i capi Comanche furono imprigionati dalle autorità texane perché avevano consegnato solo pochi ostaggi. Ne scaturì una violenta rissa nella casa del consiglio e nelle strade circostanti, che portò alla morte di dodici capi Comanche e a una feroce vendetta da parte della tribù, nota come il Grande Raid del 1840, il più grande mai condotto nel Texas.

La Strategia della Fame e lo Sterminio del Bisonte

Dopo la Guerra Civile Americana, l’esercito degli Stati Uniti rivolse la sua attenzione e le sue risorse militari verso la “questione indiana” nelle Pianure. La strategia mutò: invece di cercare di inseguire le bande nomadi, difficili da intercettare, l’esercito decise di eliminare la base economica e culturale della loro esistenza: il bisonte.

A partire dagli anni ’70 dell’Ottocento, l’esercito facilitò lo sterminio di milioni di bisonti da parte di cacciatori commerciali. Privati della loro fonte vitale di cibo, vestiti e materiali, i Comanche iniziarono a subire la fame e l’indebolimento culturale.

La Resistenza di Quanah Parker e la Guerra del Fiume Rosso

La resistenza finale fu guidata da personaggi di spicco, tra cui il più famoso è Quanah Parker. Nato da un capo Comanche e da Cynthia Ann Parker (una donna bianca catturata in Texas da bambina e cresciuta come Comanche), Quanah emerse come un carismatico e audace capo di guerra della banda Quahadi, l’ultima a vivere in libertà.

Il tentativo finale e disperato di fermare l’avanzata americana si cristallizzò nel 1874 con la Battaglia di Adobe Walls. Qui, Quanah Parker e un gruppo di guerrieri Comanche, Kiowa e Cheyenne attaccarono un avamposto fortificato di cacciatori di bisonti. Nonostante la tenacia e la potenza dell’attacco, la superiorità delle armi da fuoco a lunga gittata dei cacciatori prevalse, segnando una sconfitta decisiva per gli Indiani delle Pianure.

A seguito di questo scontro, l’esercito lanciò la Guerra del Fiume Rosso (Red River War) (1874-1875), una vasta operazione volta a stanare le ultime bande Comanche e Kiowa. I generali statunitensi distrussero meticolosamente accampamenti, scorte di cibo e mandrie di cavalli, rendendo impossibile la sopravvivenza al di fuori delle riserve.

Nel maggio 1875, Quanah Parker si arrese formalmente a Fort Sill, Oklahoma. La sua resa simbolizzò la fine di un’epoca. I Comanche furono costretti a stabilirsi in riserve, dove dovettero affrontare un difficile e doloroso adattamento alla vita stanziale. Quanah, riconoscendo l’inevitabile, divenne un leader chiave nel periodo di transizione, negoziando con Washington e guidando il suo popolo verso la sopravvivenza in un mondo dominato dai coloni.

Con il loro ritiro dalle pianure, il dominio della Comancheria si spense definitivamente, lasciando dietro di sé il ricordo di una nazione nomade e guerriera la cui potenza era stata superata solo dalla logistica e dalla determinazione dell’espansione americana.

Per saperne di più:

Tex e i Comancheros

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