Il leone è definito come il re della savana, per l’aspetto davvero imponente: un peso che varia da 150 a 270 kg, per una lunghezza (coda compresa) dai 2,5 ai 3 metri, con un’altezza media di 1,20 metri. Testa grande, zampe corte, pelo corto tra giallo e marroncino, ma bianco all’interno delle gambe e sull’addome. Il maschio si distingue dalla femmina per la folta criniera, dal capo, sul collo, fino a gola e spalle, che cresce dai 4 o 5 anni, diventando maggiore ad età avanzata.
Possiede 30 denti, suddivisi nelle arcate superiore e inferiore, in ognuna delle quali spiccano due denti canini affilati di 8 cm. Grazie alla retina espandibile, riesce ad assorbire anche piccole luci e a vedere pure di notte, mentre questo non succede col cielo coperto o senza luna. La vita media di un leone oscilla tra i 10 e i 15 anni.
I leoni, al contrario degli altri felini, vivono in società, caratterizzate da una articolata gerarchia. Il branco si compone di un maschio dominante, varie leonesse e i loro piccoli. Al leone alfa spetta il controllo sistematico del territorio, della caccia e dell’ accoppiamento. Ha la precedenza sul cibo, ma si occupa anche della protezione del gruppo e delle decisioni importanti per il bene collettivo.
Le leonesse cacciano in branco prede grandi e insieme allevano i cuccioli, preparandoli adeguatamente alla caccia. Da un lato i maschi anziani e forti sono al vertice, i giovani e le leonesse occupano posizioni subordinate. Vivo è il senso sociale tra i vari membri del branco, con la cura reciproca, la suddivisione del cibo e la protezione dei piccoli, che consente una buona sopravvivenza in territori non certo privi di pericoli come quelli selvaggi dell’Africa.
Le leonesse preparano un’imboscata alle prede (antilopi, bufali, zebre e giraffe), mordendo le vittime al collo. Si nutrono fino a 34 kg di carne, riposando poi per una settimana, prima di affrontare un’altra caccia. A volte capita che un maschio rivale sfidi uno residente in una certa zona, sconfiggendolo.
Allora la sua prima azione è l’uccisione immediata ed efferata di tutti i piccoli con età inferiore a 1 anno, pur incontrando la forte opposizione delle madri. Prevale in tal caso la necessità di propagare i propri geni “migliori” di quelli del perdente. Con la privazione dei figli, rinasce l’estro delle femmine e la disponibilità ad accoppiarsi, con un’ovulazione indotta, non immediata, ma dopo molti accoppiamenti.
Il tasso di fecondazione durante l’estro è molto alto, fino al 95%, per 5 giorni con due o tre accoppiamenti all’ora: vari maschi si succedono, diminuendo così le tensioni tra loro. Tra le femmine dello stesso branco esiste uno speciale sincronismo di estro, per cui anche i parti sono sincronizzati, quindi le madri possono poi agire in totale e mutua collaborazione.
I leoni ci forniscono un’esempio di società ben organizzata ed efficiente, dove ognuno ha un ruolo ben preciso e si rapporta adeguatamente agli altri: il benessere di ognuno determina la sinergia dell’intero branco. Il fenomeno dell’infanticidio è per noi assai riprovevole, ma rientra comunque in una spietata ma razionale logica di miglioramento della specie.
Purtroppo questi grandi felini sono una specie a rischio di estinzione, per vari motivi: non solo il bracconaggio, ma anche una certa ostilità da parte delle popolazioni, per la difesa del proprio bestiame, la diminuzione dell’habitat e quella conseguente delle loro prede abituali.
Per saperne di più:
Gli astronomi, per la prima volta, hanno individuato due galassie nel bel mezzo di un…
I ricercatori stanno avendo dubbi sulla reale origine delle strisce scure di Marte
Il batterio venuto dallo spazio. Recentemente, un team di scienziati cinesi ha annunciato una scoperta…
Ci sono serie televisive entrate nella leggenda, ma raramente troviamo serie diventate un vero e…
La missione Chang’e-5 ha riportato indietro una cosa mai vista