Nell’immaginario collettivo il lupo è il simbolo della malvagità e del pericolo, insomma il “cattivo” per antonomasia. Sempre pronto ad assalire e sbranare poveri agnelli indifesi…Eppure, a parte quest’abitudine dettata da esigenze alimentari, che gli ha da sempre cagionato l’avversione assoluta e risentita da parte dei pastori, ci sono tanti aspetti che ne rendono interessante lo studio.
Anche il mito del “lupo solitario” è assolutamente da sfatare, data la sua compattezza familiare e gregaria in senso lato.
In Europa e Italia, i lupi vivono in piccoli branchi, in cui il numero di componenti può variare da 4 a 7. Invece in Nord America, i gruppi possono essere più che doppi, da 15 ad un massimo, noto, di una quarantina. Quindi nel primo caso, si tratta soprattutto di unità familiari, coppie di genitori coi loro cuccioli, nel secondo di società vere e proprie, ben più estese.
Tutte le attività, come la caccia, il controllo territoriale, l’accoppiamento e l’allevamento dei piccoli, si svolgono in modo cooperativo e sinergico. Al comando della gerarchia sociale, ci sono un maschio e una femmina alfa, mentre gli altri, sia maschi che femmine adulte, vengono identificati con lettere progressive, dalla importanza decrescente del loro ruolo: beta, gamma, delta. Essi portano testa, coda ed orecchie in posizione abbassata e talvolta leccano il muso agli esemplari dominanti. Infine il lupo omega si occupa solo di momenti ludici o di sedare situazioni conflittuali.
La coppia dominante, che si distingue dagli altri per un certo andamento fiero e per la coda eretta, presiede a importanti incombenze, come gli spostamenti, la difesa del territorio e la caccia. I privilegi fondamentali sono la priorità nel mangiare una preda e l’unicità di accoppiamento nell’ambito del branco. Ne sono esclusi i giovani e talvolta i vecchi alfa, che hanno perso il comando. I subalterni comunque partecipano attivamente all’allevamento dei figli.
In genere a maggio le lupe danno alla luce 4 o 5 cuccioli, che inizialmente dipendono in modo stretto da loro sia per nutrimento che per protezione. I lupetti vengono allattati più volte al giorno, mentre i maschi portano cibo ad esse.
Comunemente si dice per scaramanzia “in bocca al lupo”, invece sarebbe molto più giusto augurare “in bocca alla lupa”. Infatti le lupe sono assai affettuose nei riguardi dei loro piccoli, portandoli delicatamente in bocca e tenendoli al caldo durante gli spostamenti.
I lupi, al di fuori di falsi ma diffusi cliché, ci forniscono l’esempio non solo di gruppi familiari molto coesi, con figli allevati in modo curato, ma anche di aggregazioni comunitarie efficienti e vincenti, capaci di fronteggiare le difficili vicissitudini quotidiane.
Le cause basilari che li portano al rischio di estinzione sono la distruzione dei loro habitat e la caccia indiscriminata a cui sono spesso sottoposti. L’Italia comunque, grazie al suo esteso territorio montano e boschivo, guida la classifica europea, con 3.307 lupi censiti nel 2021, seguita da Romania, Spagna, Germania, e Grecia.
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