Cinema, Libri e Musica

“La zona di interesse” di Martin Amis

Forse senza il successo dell’omonimo film, “La zona d’interesse” (The Zone of Interest), 2023, scritto e diretto da Jonathan Glazer, che si è aggiudicato due premi Oscar 2024 quale miglior film internazionale e miglior sonoro, per molti sarebbe passato inosservato il bellissimo romanzo di Martin Amis, di cui il film è un riuscito adattamento.

Chi è Martin Amis

Autore poliedrico e raffinato Martin Amis è nato ad Oxford il 25 agosto 1949 e si è affermato come uno dei più brillanti autori inglesi , segnando con i suoi romanzi caustici ed eruditi, la narrativa britannica tra gli anni Ottanta e Novanta dello scorso secolo.

Autore di 15 romanzi e di uno straordinario libro di memorie “Esperienze”, Amis è noto soprattutto per la cosiddetta trilogia londinese costituita dai romanzi Money, London Fields e L’informazione, pubblicati come gli altri in Italia da Einaudi. Figlio del romanziere Kingsley Amis, Martin con il padre ebbe un rapporto controverso soprattutto per le differenti visioni politiche.

Amis è stato fino al 2011 professore di scrittura creativa presso il Centre for New Writing dell’Università di Manchester. Sposato in seconde nozze con la scrittrice uruguaiana Isabella Fonseca, Martin Amis, accanito fumatore è morto nel 2023, nella sua casa in Florida, proprio nelle ore nel quale il film di Glazer veniva presentato al Festival di Cannes.

La zona di interesse

Il romanzo prende il nome da un’area di circa 25 miglia attorno al campo di concentramento di Auschwitz dove gli echi dell’orrore del genocidio ebraico quasi non raggiungono il personale tedesco che gestisce il campo di sterminio. Qui gli ufficiali tedeschi e le loro famiglie conducono una vita normale, fingendo di ignorare quello che accade a poca distanza dalle loro case ordinate in cui non manca niente, nonostante la guerra divampi da tempo per tutta Europa.

La storia si sviluppa attraverso tre punti di vista, quello di Augustus Thorsen, detto Golo, nipote del gerarca nazista Martin Bormann, innamorato della prosperosa Hanna Doll, moglie del comandante di Auschwitz, del marito di Hanna, Paul Doll, vittimista e delirante, e di Szmul, il capo dei Sonderkommando.

La storia che le tre voci restituiscono è fatta di omuncoli grotteschi, tragedie ovattate, qualche ambiguo eroismo e un amore impossibile, quello di Golo per l’irraggiungibile Hanna Doll. Martin Amis dà un’altra prova di grande verve linguistica, ma anche del solito gusto per la provocazione, calando la sua commedia romantica nel piú inospitale degli scenari, e usando la lente della satira per denunciare i crimini contro l’umanità. Dal rifiuto sia di Gallimard in Francia sia di Hanser in Germania di pubblicare il romanzo, ai riconoscimenti di critica in Inghilterra come in America, La zona d’interesse ha avviato un dibattito destinato a proseguire.

Il talento di Martin Amis

La genialità dello scrittore inglese sta nell’aver scelto un genere, quello della commedia romantica e averlo calato nell’orrore del più atroce crimine contro l’umanità commesso dall’uomo, riuscendo nell’impresa tutt’altro che scontata, non soltanto di non edulcorarne la portata, ma di riuscire a far percepire anche al lettore meno attento quello che Hanna Arendt, ha definito come la “banalità del male”.

Da non perdere poi l’erudita bibliografia e la postfazione curata dallo stesso Amis che dimostra non soltanto l’enorme e certosino lavoro di documentazione svolto dall’autore ma anche il suo cimentarsi con uno degli interrogativi più inquietanti e controversi di quel tragico momento storico. Amis infatti afferma che tutti gli storici dell’olocausto sanno cosa e quando Adolf Hitler fece per portare a compimento la “soluzione finale“, ma che il vero “perché” di questa scelta scellerata è ancora un elemento divisivo e appunto controverso.

Amis azzarda una spiegazione che non intendiamo rivelare, invitando il lettore a leggere questa pregevolissima opera. Siamo certi che ne rimarrà incantato.

Per saperne di più:

Martin Amis

 

Natale Seremia

Appassionato da sempre di storia e scienza. Divoratore seriale di libri e fumetti. Blogger di divulgazione scientifica e storica per diletto. Diversamente giovane. Detesto complottisti e fomentatori di fake news e come diceva il buon Albert: "Solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, riguardo l’universo ho ancora dei dubbi."

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