Inghilterra dei primi anni Sessanta, due giovani ancora vergini, appena sposati passano la loro prima notte di nozze in un albergo di Chesil Beach il luogo dove si sono conosciuti.
I due ragazzi che si amano, hanno appena festeggiato il loro matrimonio a Oxford e si sono prenotati una suite nel miglior hotel del luogo. È un posto magico, segnato da una lunga striscia di ciottoli – 18 miglia di spiaggia, annuncia ora il sito web di Chesil Beach, e 180 miliardi di sassi, che si stendono sulla costa del Dorset.
Nel volgere di una sola notte i due riusciranno a conoscere veramente se stessi e l’altro per arrivare ad una inaspettata e per certi versi liberatoria decisione.
Il tredicesimo romanzo di Ian McEwan pubblicato nel 2007, snello (sono 136 pagine) ma denso di sentimenti ed introspezioni è una lettura da non perdere per capire non soltanto un’epoca, quella dei primi anni sessanta in Inghilterra, epoca che precede la rivoluzione sessuale del 68 e durante la quale non era raro arrivare vergini al matrimonio, ma noi stessi e la straordinaria difficoltà di “comprendere l’altro” attraverso la comprensione di noi stessi.