sabato, Luglio 27

Ed ecco Giove

Il prossimo 10 luglio la sonda Juno partita il 5 agosto 2011 da Cape Canaveral e giunta in prossimità del gigante gassoso il 4 luglio del 2016, dopo un volo di circa 5 anni, effettuerà un sorvolo a distanza molto ravvicinata della Grande Macchia Rossa gioviana, una vasta tempesta anticiclonica che dura da almeno 300 anni, la più grande del Sistema Solare e visibile dalla Terra anche con telescopi amatoriali.
Con un diametro di 11 volte più grande della Terra, Giove è il pianeta più grande del Sistema Solare ed il più massivo. E’ cosi massivo da far orbitare il Sole attorno al centro di gravità del sistema.
Intorno alla Grande Macchia Rossa scoperta dall’astronomo italiano naturalizzato francese Giovanni Domenico Cassini nel 1665 i venti soffiano ad oltre 700 km orari!
Giove è conosciuto fin dai tempi più remoti, essendo uno dei sette corpi celesti osservabili ad occhio nudo. Sarà però Galileo Galilei, nel 1610, il primo ad osservarlo con un telescopio da lui appositamente modificato. Galilei scoprirà le prime 4 lune gioviane.
Anche Giove possiede degli anelli anche se non spettacolari come quelli di Saturno essi furono osservati per la prima volta nel 1979 dalla sonda Voyager 1.
La composizione di Giove ricorda quella delle stelle, compreso il nostro Sole: idrogeno (74%),elio (25%) e metalli pesanti circa l’1%.
Nonostante una struttura simile Giove, il gigante gassoso, non è una stella perchè la sua massa pur enorme non è sufficientemente grande da innescare i processi di fusione termonucleare.
Studi recenti però hanno dimostrato che le violentissime tempeste in alta quota sono in grado di spezzare le molecole di metano, facendo precipitare atomi di carbonio che nella caduta a causa dell’enorme pressione si trasformerebbero prima in grafite e poi in diamanti solidi! Si avete capito bene, su Giove piovono letteralmente diamanti.
Ma Giove non finisce di stupire, insieme ai suoi satelliti forma un vero e proprio sistema. Ai quattro scoperti da Galileo: Io, Europa, Ganimede e Callisto ne sono stati scoperti altri 63 nel corso del tempo, arrivando alla cifra totale (per adesso) di 67 satelliti. Alcuni di questi meriterebbero una descrizione tanto sono straordinari ma per mancanza di spazio in questo post dovremo tralasciare.
Ma torniamo a Juno ed al suo rendez vous con la Grande Macchia Rossa che sfiorerà ad appena 9.000 km di distanza nel suo passaggio più ravvicinato, gli otto strumenti scientifici della sonda saranno supportati da Terra dall’Osservatorio Gemini e dal telescopio giapponese Subaru, tra i più grandi al mondo.
Gli astronomi si aspettano dati ed immagini molto importanti sulla composizione e sulla struttura delle nubi.

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