sabato, Luglio 27

Gli albori dell’esplorazione spaziale

Volare oltre l’atmosfera è stata un’impresa che l’uomo ha affrontato con grandi difficoltà soltanto all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale. L’atmosfera terrestre diventa estremamente rarefatta dopo circa 100 km di altezza, una distanza molto modesta se pensiamo che la Luna dista dal nostro pianeta circa 380.000 km. Eppure alzarsi a circa 100 km di altezza è stata un’impresa possibile soltanto negli anni Cinquanta dello scorso secolo a fronte di costi enormi e di incredibili difficoltà.

Il problema principale è la forza di gravità che ha reso necessario lo sviluppo e la costruzione di potenti razzi in grado di vincere l’attrazione esercitata dal nostro pianeta. I primi razzi videro la luce in Germania durante la seconda guerra mondiale per scopi puramente bellici. Lo sviluppo di questa nuova tecnologia derivava dalla mente geniale dello scienziato tedesco Wernher von Braun che collaborò con il regime nazista nello sviluppo delle famigerate V1 e V2.

Con la fine della guerra von Braun fu cooptato armi e bagagli dagli americani e ben presto divenne la mente del programma spaziale degli Stati Uniti. Tutti i grandi razzi, tra cui il mastodontico Saturn V destinato allo sbarco lunare, furono creati e sviluppati dalla sua mente. I primi lanci verso lo spazio vennero eseguiti già nell’immediato dopoguerra dal deserto del Nuovo Mexico, sotto lo stretto controllo militare. Il 24 ottobre 1946 un razzo V-2 modificato, e con a bordo una macchina fotografica, raggiunse un’altezza di circa 150 km, entrando di fatto nello spazio, sebbene per pochi secondi.

Questo rudimentale prototipo scatterà la prima foto della Terra ripresa dallo spazio. L’altra superpotenza, l’Unione Sovietica, non rimase però a guardare, anche perché la conquista dello spazio era per i due stati che dominarono il mondo negli anni a venire un’esigenza di carattere militare prima ancora che scientifica.

Nei primi anni della corsa allo spazio i sovietici misero a segno i colpi più ad effetto, il 4 ottobre del 1957, l’Urss piazzò in orbita il primo satellite della storia dell’umanità, lo Sputnik 1. Un mese più tardi, all’interno della piccola capsula Sputnik 2, venne inviato nello spazio il primo essere vivente: la famosa cagnolina Laika. Si trattava di una missione che non prevedeva il rientro e quindi il destino della povera bestiola era segnato, sembra che però morì già nelle prime ore del volo per un difetto di climatizzazione della capsula.

I primi voli spaziali erano però prevalentemente riservati ad esigenze e tecnologie militari. Famoso è il caso dei satelliti spia americani VELA , lanciati a partire del 1963. La flotta dei satelliti Vela era composta da 12 sonde piazzate in un’orbita molto alta, a circa 100.000 km dalla Terra. I Vela avevano il compito di monitorare gli esperimenti nucleari russi e di rilevare se qualche altra potenza mondiale avesse sviluppato un arsenale nucleare.

Il 2 luglio 1967 i sensibili strumenti di Vela 3 e Vela 4 rilevarono un flash gamma molto diverso rispetto a quelli emessi dagli ordigni nucleari a quel tempo conosciuti. Avevano scoperto uno dei fenomeni più violenti e misteriosi dell’Universo, i gamma ray burst. Solamente da pochi anni gli scienziati hanno capito che questi lampi si verificano in lontane galassie e sono associati sia all’esplosione di stelle molto massicce (supernove), che allo scontro e fusione di due oggetti ancora più estremi: le stelle di neutroni.

Di li a poco, grazie allo sviluppo del programma Apollo, gli americani presero il sopravvento nell’esplorazione spaziale con la conquista della Luna, ma questa è un’altra storia che merita un post tutto per se.

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