sabato, Luglio 27

Il teletrasporto quantistico

L’astronave Enterprise entra in orbita in un pianeta ai margini della nostra galassia, li dove nessun uomo è mai giunto prima. Il capitano Kirk ed il suo secondo ufficiale Spock entrano nella sala del teletrasporto, un tecnico avvia la procedura e voilà gli atomi che compongono i nostri due eroi si disgregano e si rimaterializzano, pressocchè istantaneamente sulla superficie del pianeta distante decine di migliaia di chilometri.
Fantascienza.
Ebbene, si, ma fino ad un certo punto. Nel 1993, Charles Bennett ed il suo team di ricercatori internazionali, dimostro’ che grazie alla meccanica quantistica, il teletrasporto è possibile, sia pure su scala quantistica.
Fino ad allora si riteneva impossibile questo risultato per il principio di indeterminazione che regola un sistema quantistico. Questa legge fondamentale della meccanica quantistica è stata pero’ aggirata grazie al principio di correlazione. Questa l’idea fondamentale che ha guidato Bennett, poniamo di dover teletrasportare la particella x dal punto A al punto B. Il nostro dispositivo per il teletrasporto contiene altre due particelle y e z in correlazione quantistica tra loro.
Spediamo una particella nel punto A ed una nel punto B. Adesso nella nostra base di partenza, il punto A abbiamo la particella che dobbiamo teletrasportare x e la particella y, mentre nel punto di arrivo abbiamo la particella z.
Misuriamo le particelle x ed y per ottenere alcune informazioni su x, per il principio di indeterminazione non riusciremo ad ottenere tutte le informazioni necessarie ed il resto saranno irrimediabilmente perdute. La misurazione ha pero’ fatto collassare la correlazione tra y e z, arricchendo nel punto d’arrivo B, la particella z delle informazioni perdute attraverso l’atto stesso della misurazione. Possiamo adesso codificare queste informazioni e ricostruire nel punto B la particella x. L’insieme di questo processo avviene nel rispetto del principio di località ovvero le informazioni viaggiano al di sotto della velocità della luce, ma il risultato è quello di un vero e proprio teletrasporto.
Ovviamente questo funziona come abbiamo detto su base quantistica, altra cosa è teletrasportare un essere umano. Immaginate l’enorme quantità di informazioni necessarie per trasferire i miliardi di particelle di cui è composto un essere umano, gestire la decoerenza sarebbe davvero terrificante.
La decoerenza descrive il fenomeno del collasso della funzione d’onda come conseguenza dell’interazione irreversibile (in senso termodinamico) fra i sistemi quantistici e l’ambiente esterno. Questo processo renderebbe inesigibili le informazioni per sistemi cosi macroscopici come quelli che compongono un corpo umano.
Quindi per il momento dovremo lasciare a Star Trek ed alla fantascienza questo tipo di teletrasporto.

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