La notte tra il 25 ed il 26 agosto 1914 il II Corpo d’Armata del Corpo di Spedizione Britannico al comando del generale Horace Smith-Dorrien si era ritirato fino alla cittadina di Le Cateau. Le truppe britanniche erano esauste, in parte disorganizzate, in ritirata ininterrotta dalla battaglia di Mons con il fianco destro scoperto perché il Primo Corpo d’Armata di Haig preso dal panico si era ritirato disordinatamente più profondamente.
Fortunatamente per gli inglesi Smith-Dorrien era un buon generale, dodicesimo di sedici fratelli, all’epoca aveva 66 anni ed una lunga esperienza maturata soprattutto oltremare.
Smith-Dorrien era uno dei 55 superstiti del massacro di Isandlwana, nello Zululand, il 22 gennaio del 1879 ed in seguito si era distinto sempre nelle colonie, prima in Egitto, in India e poi di nuovo in Sud Africa dove per le sue qualità entrò nelle grazie di Kitchener. L’improvvisa morte del gaudente e corpulento generale James Grierson, gli aprì le porte del comando del Secondo Corpo d’Armata nonostante che John French, il comandante in capo del BEF lo detestasse.
Soggetto ad improvvisi e violenti scoppi d’ira Smith-Dorrien la notte del 26 agosto si rese conto che un ulteriore ritirata in quelle condizioni lo avrebbe esposto al rischio di annientamento da parte delle colonne tedesche incalzanti. Pertanto consultatosi con il suo Stato Maggiore decise che era venuto il momento di resistere.
Alle 7.00 del mattino il Vice Capo di Stato Maggiore del BEF Harry Wilson chiamò Smith-Dorrien per ordinargli di ritirarsi, ma quest’ultimo rispose che ormai il Secondo Corpo d’Armata era già entrato in contatto con il nemico e che fino al calare del buio era impensabile tentare di sganciarsi. Quando Wilson riportò la notizia al Capo di Stato Maggiore di French, sir Archibald Murray, questi svenne e venne rianimato con un’intera bottiglia di champagne. Lo Stato Maggiore del BEF fu preso dal panico e dal disfattismo e per alcuni giorni di fatto perse il controllo del Corpo di Spedizione britannico.
Se ne rese conto quella mattina mentre gli uomini di Smith-Dorrien si battevano per salvarsi la vita, lo stesso Comandante in Capo dell’Esercito francese Joffre che con Larenzac, comandante della Quinta Armata transalpina, si era recato al Quartier Generale di Saint Quentin per coordinare le prossime mosse con l’alleato.
La battaglia che si stava svolgendo nei pressi di Le Cateau, fu l’ultima nella quale un uomo dalla sommità di una collinetta, con un binocolo, poteva controllare tutto il teatro di scontro. I ricognitori dell’aviazione britannica osservarono già nelle prime ore del mattino le forze preponderanti tedesche premere intorno alle posizioni britanniche.
La cittadina di Le Cateau era annidata in una valle, appena sotto delle alture prospicenti dove 60.000 tedeschi coperti dalla boscaglia prendevano posizione. Aiutati anche dai cittadini gli inglesi cercarono di trincerarsi mentre tutti intorno i campi erano disseminati da file ordinate di covoni di grano appena mietuto. Il servizio di comunicazione poteva contare su pochi cavi telegrafici e telefonici in gran parte perduti durante la battaglia di Mons e per tutta la durata degli scontri si dovette ricorrere al sistema tradizionale: un messaggero a piedi o a cavallo che a rischio della vita percorreva il teatro della battaglia per portare ordini o informazioni.
La battaglia si sviluppò un poco alla volta, grosso modo da sinistra a destra seguendo le linee difensive britanniche. Alle sei l’artiglieria tedesca aprì il fuoco e poco dopo le truppe di Kluck entrarono nella cittadina di Le Cateau lasciata sguarnita dagli inglesi. L’attacco fu tutt’altro che travolgente ma già dalle nove le batterie tedesche portate in posizione iniziarono a battere impietosamente i Suffolks e gli Yorkshires, prendendoli di infilata anche con il fuoco delle mitragliatrici. Per questi reparti l’intera giornata sarà un vero e proprio incubo.
Alle dieci le truppe tedesche iniziarono ad avanzare ad ovest della cittadina attraverso i campi di stoppie, impegnando in una serie di scaramucce non coordinate gli inglesi. Anche i tedeschi erano stanchi, il giorno prima avevano marciato per sessanta chilometri per incalzare il nemico e questo insieme ad alcune valutazioni tattiche sbagliate dei comandi germanici impedì un attacco più efficace e decisivo.
Verso metà pomeriggio, però, nonostante avessero gli inglesi mantenuto tenacemente la posizione, pur combattendo contro un nemico numericamente superiore, subendo notevoli perdite, i fianchi destro e sinistro incominciarono a cedere terreno ed a spezzarsi sotto la spinta pressante dei tedeschi, cui si erano aggregate altre due divisioni, portando dunque il totale a otto.
Fu la cavalleria francese del generale Sordet ad evitare il tracollo del fianco sinistro e permettere con l’imbrunire una ritirata ordinata in direzione di Saint Quentin.
Gli alleati persero 8.000 uomini tra morti, feriti e prigionieri ma la decisione di Smith-Dorrien di resistere a Le Cateau permise al BEF di evitare una completa disfatta e dopo cinque giorni di ulteriori ritirate attestarsi su nuove, difendibili posizioni coordinandosi con l’alleato francese.
Nonostante gli aspri dissapori tra French e Smith-Dorrien, la battaglia di Le Cateau viene giudicata come l’azione di mantenimento della posizione più riuscita nella storia militare della Gran Bretagna.