Homo neanderthalensis, comunemente chiamato Uomo di Neanderthal, è un ominide strettamente affine all’Homo Sapiens, vissuto nel paleolitico medio, tra 200.000 e 40.000 anni fa.
Il nome di questo ominide deriva dalla valle di Neander, nei pressi di Dusseldorff, Germania dove furono rinvenuti i primi resti fossili. Sono ancora molte le cose che non sappiamo di questa specie umana che ha popolato l’Europa per oltre 150.000 anni per poi estinguersi in un periodo relativamente breve per cause ancora sostanzialmente sconosciute.
Un piccolo passo avanti è stato fatto per quanto riguarda l’alimentazione dell’homo neanderthalensis da un gruppo di ricercatori internazionali che hanno analizzato il DNA della placca dentaria rinvenuta in fossili scoperti a Spy in Belgio e ad El Sidron, in Spagna.
La placca dentaria è una sorta di carta moschicida per la presenza di agenti patogeni, microrganismi e piccoli frammenti di cibo e grazie a questi “resti” intrappolati per decine di migliaia di anni, sono state fatte scoperte importanti sull’alimentazione dei neandertaliani.
In primo luogo si smentisce la convinzione che l’homo neanderthalensis fosse prevalentemente carnivoro e quindi essenzialmente cacciatore. Infatti i Neanderthal della grotta di Spy consumavano carne di rinoceronti lanosi e mufloni, integrando la dieta con funghi porcini. Gli abitanti di El Sidrón sembra che seguissero invece una dieta in gran parte vegetariana, che comprendeva pinoli, muschi, funghi e corteccia d’albero.
Uno di questi ultimi inoltre doveva essere seriamente malato a causa di una parassitosi intestinale, oltre ad avere tracce di un ascesso dentale ben visibile nell’arcata mandibolare.
Ebbene pare che il nostro antenato avesse una buona conoscenza delle erbe officinali e delle loro proprietà curative. Sono state trovate tracce di corteccia di pioppo, che contiene acido salicilico, un antidolorifico e antipiretico, e di una muffa: Penicillinum rubens, che produce naturalmente un antibiotico.
Questa ricerca ha inoltre rinforzato le certezze sugli stretti scambi tra Homo neanderthalensis ed Homo Sapiens, che hanno convissuto per migliaia di anni in Europa. Infatti dalle analisi è emersa una condivisione di molti agenti patogeni comuni nelle due specie tra i quali i batteri che causano la carie e malattie gengivali, la cui somiglianza suggerisce che l’intimità tra le due specie, in particolare lo scambio di baci, non fosse così rara.