mercoledì, Maggio 15

La lenta autonomia di Venezia da Bisanzio

Il successore di Giovanni Parteciaco fu Pietro Tradonico, tredicesimo Doge veneziano. Si trattava di un nobile originario di Pola, analfabeta che si trovò ben presto a doversi confrontare con scarsa fortuna con i pirati croati e con quelli saraceni.
Venezia era ancora formalmente un possedimento dell’Impero Bizantino e si barcamenava nel IX Secolo tra le due principali potenze, Costantinopoli ed il Sacro Romano Impero. Nell’ 839, diversamente da quanto non aveva fatto il suo predecessore, Pietro mosse per mare contro gli Slavi dell’opposta sponda, che però evitarono il confronto. Non fu cosi qualche mese dopo ma la vittoria dei Veneziani fu cosi effimera che i pirati Croati saccheggiarono, qualche tempo dopo, Caorle.
Non andò molto meglio con i pirati saraceni che inflissero a Venezia, che aveva allestito una flotta di ben sessanta navi, una dura sconfitta nelle acque di Taranto, risalendo poi l’Adriatico e razziando ed incendiando Ancona.
Gli insuccessi militari del Doge Pietro Tradonico furono però mitigati da un importante successo diplomatico. Per la prima volta nell’ 840, viene stipulato con l’imperatore del Sacro Romano Impero Lotario l’accordo conosciuto come Pactum Lotharii, redazione aggiornata della pace franco-bizantina di trenta anni prima, successivamente rinnovata, ma sempre a pari livello, tra i due imperi.
Pur salvando le apparenze formali invece questa riedizione del Trattato veniva sottoscritta tra il Sacro Romano Impero e Venezia, riconoscendo quindi nei fatti un’autonomia che si tradurrà anche in veste formale soltanto secoli dopo.
Il doge, anche se si sottolineava che era suggerente e supplicante, veniva chiamato gloriosissimo duca dei Venetici anziché umile duca della provincia di Venezia come i suoi predecessori.
Un aspetto importante del Pactum Lotharii è che ci permette di avere un’idea più precisa dell’estensione dei possedimenti veneziani, essi comprendevano secondo quanto sottoscritto dalle due parti: gli abitanti delle isole Realtine, del borgo fortificato di Olivolo, di Murano, Malamocco, Albiola, Chioggia, Brondolo, Fossone, Loreo, e poi quelli di Torcello, Ammiana, Burano, Cittanova, Fine, Equilo, Caorle. Ultimi vengono gli abitanti delle due estremità del paese dei Venetici, Grado a nord-est, Cavarzere a sud-ovest. Diciassette insediamenti in totale, tredici dei quali collocati su isole.
Tra i tanti codicilli che formavano l’accordo tra l’Impero e Venezia c’è ne era una che proibiva il commercio degli schiavi, esortazione che tornerà diverse volte nelle successive relazioni diplomatiche e questo fa pensare che già nel IX Secolo il commercio degli esseri umani fosse una delle attività più lucrose di Venezia.La fine di Pietro Tradonico sarà simile a quella di molti dogi che lo avevano preceduto, il 13 settembre dell’anno 864, fu pugnalato all’uscita dalla messa per l’anniversario della consacrazione della chiesa di San Zaccaria, e fu sepolto nella chiesa medesima. Il processo di autonomia di Venezia era ormai ben avviato e niente riuscirà ad arrestarlo.

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