sabato, Luglio 27

La mitragliatrice dell’assedio di Leningrado

L’attacco delle forze hitleriane alla Russia era stato progettato secondo i dettami della guerra lampo, in particolare la direttrice che puntava verso la città di Leningrado prevedeva secondo l’Alto Comando tedesco una tabella di marcia di 6-8 settimane. Leningrado era uno dei tre obiettivi prioritari nell’Operazione Barbarossa, la guerra anti-comunista di sterminio precisata nel Mein Kampf, perché era considerata il caposaldo del bolscevismo sovietico.

L’assedio della città iniziò l’8 settembre del 1941 e terminò due anni e mezzo dopo con la disfatta delle forze tedesche. Il primo anno e mezzo d’assedio fu durissimo per l’Armata Rossa e per i civili intrappolati nella città sotto attacco. Scarseggiava il cibo e cosa ancora più grave scarseggiavano armi e munizioni.

Il rischio di capitolazione era alto. Quello che però le forze naziste non avevano considerato era che la città aveva una forte presenza di fabbriche per la produzione di acciaio e di carri armati. L’Armata Rossa si trovò nella necessità di rifornire le truppe di una pistola mitragliatrice adatta ai combattimenti urbani e quindi incaricò l’ingegnere A.I. Sudarev di progettarne e realizzarne una che fosse al contempo solida e di basso costo.

Ispirandosi alla Sten britannica ed alla M3 americana e passando tra numerose prove ed errori Sudarev produsse una pistola mitragliatrice fatta con lamiera d’acciaio stampata (l’unico materiale reperibile in città) che risultava pertanto piuttosto pesante da utilizzare. L’arma era tenuta insieme da perni, ribattini e saldature ed aveva un semplice calcio ribaltabile.

Le prime versioni furono distribuite ai soldati impegnati sul fronte e Sudarev tenne conto dei suggerimenti e delle critiche che pervenivano dopo l’uso in battaglia. Cosicché quando fu messa a punto le fu assegnato un nome, la pistola mitragliatrice dell’assedio di Leningrado fu chiamata PPS-42.

Con l’andare del tempo l’arma si rivelò molto affidabile e venne adottata da tutta l’Armata Rossa ed al termine della guerra anche da alcuni paesi dell’orbita del Patto di Varsavia.

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