« L’impressione più viva l’è che me brüsa tant ‘l cül!

Oggi è partita l’edizione n. 104 del Giro d’Italia, la più importante competizione ciclistica a tappe nazionale ed una delle più importanti del mondo, insieme al Tour de France ed alla Vuelta. Un secolo di storie, miti, leggende, di drammi e delusioni, soprattutto negli ultimi due decenni per l’invasività del fenomeno doping.

In questa occasione, cosi speciale per gli appassionati di ciclismo e dello sport in generale, vale la pena ricordare la prima, eroica edizione che si svolse dal 13 al 30 maggio del 1909. L’Europa stava scivolando, ancora inconsapevole, verso quella grande carneficina che chiamiamo la Grande Guerra e tramontava definitivamente la Belle Epoque.

Il primo Giro d’Italia si dipanò per otto tappe, da Milano a Napoli, con ritorno al capoluogo meneghino per complessivi 2447,9 km. Soltanto 49 dei 127 partecipanti tagliarono il traguardo di Milano. A vincere fu Luigi Ganna, all’epoca ventiseienne, in quella che risultò essere la sua migliore stagione come professionista (si aggiudicò infatti anche la Milano-Sanremo).

Ganna, figlio di braccianti poverissimi, iniziò da giovane come muratore percorrendo quasi 100 km al giorno per andare e tornare dal posto di lavoro. Partecipò con la stessa rudimentale bicicletta che usava tutti i giorni come mezzo di trasporto ad alcune gare di dilettanti con lusinghieri risultati, tanto che gli fu proposto un contratto da professionista con la Bianchi con uno stipendio per l’epoca veramente importante: 200 lire al mese.

Ganna era un omone possente, con un carattere schietto e ruvido, nel 1909 passò all’Atala e colse le sue più importanti vittorie. Si racconta che giunto stremato al traguardo dell’ultima tappa della corsa rosa, ad un giornalista che gli chiedeva di esprimere un commento a caldo, rispose: « L’impressione più viva l’è che me brüsa tant ‘l cül!

Natale Seremia

Appassionato da sempre di storia e scienza. Divoratore seriale di libri e fumetti. Blogger di divulgazione scientifica e storica per diletto. Diversamente giovane. Detesto complottisti e fomentatori di fake news e come diceva il buon Albert: "Solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, riguardo l’universo ho ancora dei dubbi."

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