sabato, Luglio 27

Perchè continuiamo a cercare tracce di vita su Marte?

Marte è un pianeta roccioso con un diametro corrispondente a circa metà di quello terrestre ed una distanza dal Sole pari ad una volta e mezza quella della Terra. Impiega quasi due anni a completare la sua orbita intorno al Sole e per una singolarità dovuta al suo asse, il giorno marziano è poco più lungo di quello terrestre.

Ha un’atmosfera molto rarefatta, costituita per lo più di anidride carbonica con una pressione di circa 6 millibar mentre quella del nostro pianeta è mediamente intorno ai 1000 millibar. L’assenza di atmosfera ha tra le sue conseguenze che la sua temperatura media è di circa -55° centigradi.

Inoltre l’assenza di atmosfera priva il pianeta rosso dell’effetto “scudo” sulla radiazioni solari e cosmiche che investono liberamente l’arida e brulla superficie marziana.
Il risultato è che Marte assorbe circa 70 volte di più il bombardamento di queste particelle con evidenti influssi negativi sulla possibilità di sviluppo di forme di vita.

Nonostante queste differenze che ci consentono di certificare l’inospitalità della vita, almeno per come la conosciamo, Marte ha avuto una genesi molto simile alla Terra durante la sua formazione. In particolare tra i 4,6 ed i 4 miliardi di anni fa entrambi i pianeti erano costituiti da un nucleo fuso ricoperto da una crosta rocciosa.

Il fatto di essere però grande la metà della Terra ha costituito per Marte una rapida discesa verso quel deserto di rocce attuale. Ben presto ha perso la sua atmosfera dissipando il calore generato dal nucleo. L’assenza poi di un campo magnetica ha contribuito insieme ai venti solari alla perdita dell’atmosfera marziana, la conseguenza è stata il crollo della pressione che ha provocato la quasi istantanea evaporazione dell’acqua liquida, medium indispensabile per lo sviluppo della vita.

Questa regressione planetaria non toglie che per alcune centinaia di milioni di anni, Marte e Terra avessero uno sviluppo sostanzialmente simile.

Ciò ci permette di supporre che in quel lasso di tempo la vita possa essere stata presente anche su Marte pur non in forme particolarmente complesse.
Finora nessuna delle sonde inviate verso il pianeta rosso ha trovato prove incontrovertibili di presenze, anche passate, di vita aliena su Marte.
Il rover Curiosity ha scavato fino a sette centimetri nella superficie marziana, ancora troppo poco per sperare di recuperare fossili comprovanti la presenza di vita in un lontano passato.

La ricerca prosegue intensamente perchè riuscire a provare la presenza di forme di vita anche monocellurali costituirebbe comunque una delle più grandi scoperte scientifiche della storia dell’umanità e potrebbe confermare che il “modello” di sviluppo della vita terrestre, non costituisce un caso isolato e fortunato nell’universo.

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