La fisica moderna sta sfaldando le basi del concetto di tempo. Un concetto che ciascuno di noi, crede di comprendere e dominare perfettamente nel suo fluire apparentemente ordinato: passato, presente, futuro ma che in realtà, come scrive Carlo Rovelli, uno dei fisici teorici italiani più famosi, autore di ricerche importanti sulla gravità quantistica, è frutto di una visione “sfocata” dell’insieme.
In altre parole il tempo, il nostro tempo è frutto di una ridotta e personalissima prospettiva ma non un elemento assoluto e valido per ogni luogo ed ogni variabile del nostro Universo.
E se già i concetti di passato e futuro sono di fatto messi in discussione a livello quantistico, anche il presente fatica ad essere nient’altro che un “presente” di ciascuno di noi e non di tutti e di ogni posto.
Non esiste un presente nell’Universo. La luce che vediamo in questo istante è stata emessa dal Sole 8 minuti prima. Il presente di 51 Pegasi B, noto anche come Bellerofonte, il primo pianeta extra-solare scoperto nel 1995, e distante 50 anni luce da noi non è il nostro.
Ma non c’è bisogno di andare cosi lontano per stabilire, sia pure per misure estremamente limitate che anche sulla Terra il tempo scorre in modo diverso per molti di noi.
Per chi abita sul livello del mare il tempo scorre più lentamente rispetto a chi abita in alta montagna, si tratta di frazioni infinitesimali secondo, ma di una misura certa e misurabile, con orologi molto precisi.
Quindi il presente di chi vive a Viareggio rispetto a chi vive sul Cervino è diverso, ovviamente l’estrema esiguità della differenza ci permette per convenzione, di inglobare tutti e tutto nello stesso presente, cosa invece che non possiamo fare per un ipotetico abitante di Marte o di Bellerofonte.
Quindi non esiste un presente assoluto ma tanti e diversi presenti in base alle prospettive dalle quali osserviamo il nostro meraviglioso Universo.