sabato, Luglio 27

Tex e le Giubbe Rosse

L’avventura di Tex che si dipana dal n. 122 “Sulle piste del Nord” al n. 124 “Giubbe Rosse” è ambientata nelle foreste dell’estremo nord canadese e vede i nostri pards fiancheggiati da Jim Brandon, capitano delle Giubbe Rosse impegnati a contrastare un pericoloso traffico d’armi con gli indiani.

Ma effettivamente chi erano e come operavano le “giubbe rosse”?

La Royal Canadian Mounted Police fu fondata nel 1872 per opera del colonnello Patrick Robertson-Ross che propose la creazione di un corpo militare a cavallo che presidiasse la regione delle grandi praterie nell’ovest del Canada, immenso dominio dell’Impero britannico. Informalmente i poliziotti a cavallo venivamo chiamati “mounties” ed avevano il compito di presidiare quelle che all’epoca erano vere e proprie terre di confine, abitate da indiani con i quali la convivenza era spesso problematica ed interessate dalle mire espansionistiche statunitensi.


Fu proprio in seguito ad un massacro di indiani Assiniboine perpetrato da una banda di cacciatori americani che il Governo canadese decise di far propria la proposta del colonnello Ross. Il nuovo corpo, che era numericamente modesto per evitare che l’istituzione di una grande unità ai confini con gli USA potesse essere interpretata da questi ultimi come una provocazione, fu dotato di una uniforme con la giubba di colore rosso, lo stesso colore che all’epoca vestiva l’esercito di Sua Maestà Britannica. Il primo nucleo di mounties contava in tutto 22 ufficiali e 287 uomini.

Tra gli interventi entrati nella storia di questo glorioso corpo si annoverano:

  • spedizione di Fort Whoop-up: divenuta la base di 200 spacciatori americani di whiskey tra le popolazioni indiane nell’Alberta meridionale, fu centro di disordini e violenze (massacro di 16 donne e bambini Assiniboines). Dopo una lunga marcia di giorni trovarono il forte già abbandonato.
  • lo sconfinamento dei Sioux di Toro Seduto: in 5.600 sfuggivano alla vendetta delle truppe americane dopo la battaglia del Little Big Horn (1876). Le guardie si accamparono 100 miglia a sud-est di Fort Walsh e grazie al loro intervento i rapporti tra gli indiani e i canadesi della zona furono sempre buoni e pacifici, finché i Sioux tornarono negli Stati Uniti nel 1881.
  • la ribellione del Nord-Ovest: nel 1885 i meticci e le tribù degli Assiniboines e Crees condotte da Louis Riel e dai capi indiani Big Bear e Poundmaker, portò al massacro di Frog Lake: i malumori che portarono alla rivolta meticcia furono provocati dalla penetrazione dei bianchi nelle regioni occidentali che li esautoravano sempre più dal commercio con gli indiani. Riel, capo della rivolta, fu catturato a Batoche, sede dei ribelli e dopo il processo fu impiccato.
  • la marcia del Klondike: con la scoperta dei giacimenti auriferi nel 1895 le regioni furono invase da cercatori e avventurieri. Il governo canadese inviò i Mounties per mantenere l’ordine in quelle remote regioni; le truppe percorsero ben 7.728 km (oltre 4.800 miglia) e dal nuovo centro da loro costruito (Fort Cudahy) esercitarono non solo attività di polizia, ma anche amministrativa e civile, stipulando le concessioni aurifere, appianando i contrasti tra i contendenti, cambiando l’oro in valuta.

Le modalità di comportamento e d’azione dei “mounties” ben presto gli conferì un grande rispetto anche tra i nativi, elemento che permetteva loro di svolgere missioni con un dispiegamento di pochissimi uomini e non raramente con un singolo agente. Anche ai giorni nostri nonostante il corpo di polizia canadese si sia specializzato e sia diventato tecnologicamente all’avanguardia non rinuncia alla tradizionale uniforme rossa ed al caratteristico cappello a falda circolare.

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