Andrea De Carlo nel 1981 ha 29 anni e già un cospicuo passato cosmopolita alle spalle. Figlio del noto architetto genovese Giancarlo De Carlo, amico di Elio Vittorini e di altri intellettuali milanesi, sua madre Giuliana è traduttrice dall’inglese, Andrea ha già vissuto a Boston ed a New York, a Los Angeles ed a Santa Barbara, in Australia e finalmente tornato in Italia si divide tra Roma e Milano e la campagna marchigiana.
Con uno sponsor d’eccezione, Italo Calvino, De Carlo pubblica quell’anno il suo primo romanzo “Treno di panna” per Einaudi. Nella prefazione al libro Calvino scriverà: “L’insaziabilità degli occhi che vedono lo spettacolo del mondo multicolore ingigantito come attraverso la lente di ingrandimento. È questa la giovinezza che De Carlo racconta.”
“Treno di panna” è la storia del ventenne Giovanni Maimeri, fotografo dilettante, che va a Los Angeles, senza soldi né idee precise su cosa fare. Ospitato da una coppia di amici, trova lavoro come cameriere in un ristorante italiano. Qui conosce la bella Jill, e va a vivere con lei. Dominato dall’insoddisfazione, nel tempo libero Giovanni vaga per l’immensa città californiana, scattando foto di persone famose davanti alle loro splendide case, affascinato dalla superficie attraente della società dello spettacolo. Qui conosce Marsha Mellows, famosissima attrice, della quale si innamora perdutamente.
Un’occasione per rileggere il romanzo d’esordio di uno scrittore prolifico quanto a volte controverso.
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