sabato, Luglio 27

Un nuovo studio sull’evoluzione dei nostri antenati

Una delle teorie piu’ diffuse in paleoantropologia prevede che nella regione di Omo Turkuna in Kenya un inaridimento a lungo termine del clima nell’area abbia contribuito all’espansione delle praterie e alla diffusione dei grandi erbivori, trasformazioni che a loro volta ebbero un’influenza determinante nello sviluppo umano nel periodo del Pliocene (5,3-2,5 milioni di anni fa) e del Pleistocene (2,5 milioni-11.700 anni fa).
Adesso questa teoria è stata messa in crisi da uno studio firmato da Scott Blumenthal dell’Università di Oxford e colleghi di una collaborazione internazionale.
I ricercatori hanno utilizzato una tecnica che prevede l’analisi degli isotopi dell’ossigeno presenti nei denti degli erbivori. Hanno valutato in particolare la presenza dell’ossigeno 18, che dipende dalle precipitazioni e dal grado di umidità dell’ambiente in cui vivevano gli animali: l’evaporazione infatti arricchisce di ossigeno 18 l’acqua piovana.
Grazie a questa metodica hanno stabilito che l’evoluzione umana non subì quindi la pressione selettiva di un processo di inaridimento ambientale progressivo, ma fu influenzata da interazioni ecologiche tra animali e vegetazione molto più varia e complessa di quanto finora evidenziato dalle teorie piu’ accreditate.

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