Vita su Marte svelata dalle rocce australiane

Vita su Marte svelata dalle rocce australiane. Questi elementi potrebbero contenere degli indizi utili per il rover della NASA. Le rocce, presenti nell’entroterra australiano risalenti a 3,5 miliardi di anni fa, possono aiutare i ricercatori a comprendere se su Marte c’è mai stata vita. L’analisi delle stromatoliti più antiche della Terra è stata pubblicata sulla rivista Geology.

I ricercatori, che hanno analizzato le rocce australiane, ritengono che solo i microbi antichi potrebbero averle modellate così come sono attualmente. Perseverance dovrebbe quindi cercare delle rocce con una datazione simile a quelle australiane su Marte.

La ricerca

I ricercatori del Museo di Storia Naturale di Londra, in collaborazione con la NASA, hanno descritto una sequenza di caratteristiche che si riferiscono ad una serie di formazioni presenti nell‘Australia occidentale create da antichi microbi. Perseverance, attualmente, sta esplorando il cratere Jezero, e il prossimo anno visiterà dei luoghi che potrebbero mostrare delle formazioni simili a quelle che si vedono nelle rocce sulla Terra.

Le formazioni sono degli esempi conservati di quelle che sono comunemente conosciute come stromatoliti. Questi elementi vengono creati nel momento in cui molti strati di batteri e sedimenti, su scala millimetrica, si accumulano nel tempo, producendo così una forma di cupola. Molti esempi di queste formazioni, risalenti a miliardi di anni fa, sono conservati nell’entroterra australiano, e sono, a tutti gli effetti, le prime tracce di vita presenti sul nostro pianeta.

Il dottor Keyron Hickman-Lewis, del Natural History Museum (NHM) di Londra, insieme ai suoi colleghi, ha esaminato molto attentamente un particolare insieme di stromatoliti, i più antichi mai scoperti. Queste elementi fanno parte della Formazione Dresser nella regione di Pilbara nell’Outback e risalgono a 3,48 miliardi di anni fa.

Le stromatoliti

Le stromatoliti non contengono piccoli fossili di microbi, e neppure dei composti organici ricchi di carbonio, elementi indicativi di vite passate. Nonostante ciò, il team ritiene di essere riuscito ad individuare le firme che segnano l’origine biologica delle rocce.

I ricercatori si sono avvalsi di una gamma di tecniche analitiche e di imaging ad alta risoluzione, per caratterizzare le strutture la cui presenza può essere spiegata solamente dall’attività della vita, e non di qualcosa che potrebbe essere stato creato naturalmente nell’ambiente.

Una caratteristica molto importante è presente nella loro superficie superiore ondulata, che si forma quando i microbi fotosintetici crescono verso la luce. Le ondulazioni ci formano perché la biologia non cresce allo stesso ritmo e nello stesso modo nelle tre dimensioni. All’interno delle stromatoliti sono presenti delle minuscole colonne, elementi che tracciano delle connessioni con i microbi.

Keyron Hickman-Lewis, ha spiegato che: “Questi elementi sono fortemente rappresentativi di una sorta di struttura di crescita microbica, denominate strutture a palizzata, elementi presenti in abbondanza in alcuni ambienti della Terra odierna. Queste condizioni sono appunto presenti negli stati di crescita a cupola”.

La somiglianza con Marte

Il cratere Jezero dovrebbe aver ospitato un grande lago in tempi antichi, un luogo in cui sono presenti delle rocce carbonatiche, ossia dei sedimenti depositati.

Jezero potrebbe essere stato caratterizzato dalla presenza dei microbi. Questi elementi hanno poi prodotto le stromatoliti nelle acque calme, ricche di nutrienti e poco profonde del cratere? La linea temporale non sarebbe poi così dissimile dalla Terra. Infatti, il lago esistesse circa 3,7 miliardi di anni fa.

Conclusioni

Perseverance raggiungerà il bordo del cratere verso la fine del prossimo anno, momento in cui dispiegherà i suoi strumenti per cercare di localizzare rocce, che condividono alcune delle caratteristiche viste nelle stromatoliti di Pilbara.

La professoressa Caroline Smith, a capo delle collezioni di scienze della Terra presso l’NHM che come il dottor Hickman-Lewis, sta lavorando alla missione del rover, ha dichiarato che: “Utilizzeremo ciò che abbiamo appreso dall‘Australia, per eseguire alcune delle indagini con il rover, con lo scopo di ricercare delle firme biologiche rivelatrici”.

Caroline Smith, continua spiegando che: “Potremmo identificarne alcuni utilizzando i sistemi di imaging del rover, ma dipenderà prima, ovviamente, dal fatto che le stromatoliti fossero presenti e poi da quanto potrebbero essere ben conservate”.

Un’identificazione certa della biologia antica presente nel cratere di Jezero è molto azzardata. Molto più probabile sarebbe la scoperta di campioni di roccia, che rappresentano degli ottimi candidati per ulteriori studi sulla Terra. Questo è l’obiettivo principale di Perseverance, ossia perforare e conservare i campioni, che verranno successivamente raccolti da altre missioni e portati sulla Terra per essere analizzate.

Riuscire a dimostrare l’esistenza della vita sarà difficile. Il dottor Hickman-Lewis ritiene che lo studio, svolto insieme al suo team, abbia sviluppato un modello per farlo. Secondo Hickman-Lewis “ci sono numerosi elementi strutturali che fanno parte delle stromatoliti, che ci consentono di identificare i loro processi di formazione e di decodificarne l’origine”.

FONTE:

https://www.bbc.com/news/science-environment-63589825

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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