Una nuova ricerca suggerisce che l’oceano celato sotto la superficie ghiacciata del satellite di Saturno, potrebbe essere ricco di fosforo, uno degli ingredienti fondamentali per la vita, ma ancora non rilevato.
Encelado è un piccolo, ma importantissimo satellite di Saturno. Le sue dimensioni sono, pressappoco, paragonabili a quelle del Regno Unito e quindi decisamente modeste se paragonate a quelle di un altro satellite di Saturno: Titano, che è addirittura più grande del pianeta Mercurio.
Nel 1980, la sonda Voyager 1 è stato il primo mezzo costruito dall’uomo a sorvolare Encelado e a scoprire che il piccolo satellite, presentava una superficie altamente riflettente, priva di crateri, montagne e avvallamenti che lasciava a pensare fosse di recente formazione e quindi formata principalmente di ghiaccio di acqua salata. Ipotesi confermata successivamente dal sorvolo della sonda Voyager 2, avvenuto l’anno dopo.
Le sonde Voyager fecero importanti scoperte e aprirono la strada a nuove ipotesi affascinanti, come quella che ipotizzava che Encelado, fornisse in qualche modo, materiale ad uno degli anelli di Saturno denominato anello E con il quale interseca l’orbirta, ma ancora non si riusciva a capire in che modo.
Il mistero è stato risolto nel 2004, quando la sonda Cassini, tramite un sorvolo molto ravvicinato fotografò quelli che sembravano in tutto e per tutto dei Gayser, che disperdevano materiale ghiacciato nello spazzio. Questi getti idro termali, non soltanto alimentavano l’anello E da milioni di anni, ma ipotizzavano la presenza di un oceano liquido sotto la coltre ghiacciata del satellite.
Negli anni, gli studi sui dati forniti dalla sonda Cassini e dai sempre più potenti telescopi terrestri, hanno confermato con assoluta certezza che un enorme oceano liquido è presente su Encelado, come del resto si è scoperto esistere anche su altri satelliti di Saturno e Giove, ma con un indubbio vantaggio rispetto agli altri: Encelado, tramite i suoi gayser, è l’unico che fornisce accesso diretto al suddetto oceano.
Durante uno dei suoi sorvoli ravvicinati a non più di 1500 km, la Cassini si tuffò all’interno di uno di questi sbuffi congelati “assaggiandone” la composizione chimica. Le analisi hanno rilevato la presenza di composti organici come: ammoniaca, monossido di carbonio e altri materiali organici.
Tali scoperte hanno rafforzato le tesi sulla possibile abitabilità dell’oceano celato di Encelado, ma senza rilevare il fosforo, ingrediente fondamentale per la vita. Ma ora un gruppo di ricercatori ha stimato per la prima volta la presenza di una forma di fosforo chiamata ortofosfato, che la vita sulla Terra utilizza in molti contesti. I ricercatori hanno anche scoperto che il fosforo è sia altamente solubile che stabile nell’oceano salato del sottosuolo di Encelado.
Gli autori dello studio hanno eseguito modelli geochimici, vincolati dai dati Cassini, per prevedere quanto fosforo potrebbe essere presente nell’oceano di Encelado. Hanno scoperto che l’acqua dell’oceano dovrebbe essere piuttosto ricca di fosforo disciolto, dando credito all’idea che l’oceano sotterraneo della luna potrebbe essere un ambiente abitabile.
Le reazioni chimiche che generano la “moneta energetica” nelle cellule e costruiscono RNA e DNA sono cruciali per il funzionamento di ogni organismo vivente. E mentre queste reazioni richiedono fosforo, il minerale è relativamente scarso nelle acque naturali perché reagisce con cationi (atomi o molecole caricati positivamente) come il calcio per formare fosfato di calcio. Quella reazione rende il fosforo inaccessibile per l’uso da parte della vita potenziale.
Ma secondo la ricerca, l’oceano di Encelado, potrebbe essere da 0,1 a 1000 volte più abbondante che in tutti gli oceani della Terra messi assieme, questo renderebbe l’oceano particolarmente ricco di bicarbonato di sodio.
Il fosforo è un importante mediatore nei processi biologici, ma per quanto importante sia, è solo un pezzo di un affascinante puzzle quando si tratta dell’abitabilità di Encelado.
Lo zolfo, ad esempio, è un altro ingrediente importante per la vita come la conosciamo. Ma gli scienziati attualmente non sono sicuri di quanto zolfo ci sia nell’oceano di Encelado, così come delle forme chimiche che potrebbe assumere. Il più grande ostacolo alla scoperta, secondo Christopher Glein, scienziato planetario e geochimico presso il Southwest Research Institute, sono i dati limitati.
“Abbiamo un meraviglioso set di dati da Cassini e la gente sta ancora cercando tesori in quei dati“, dice. “Penso che abbiamo ancora alcune scoperte entusiasmanti che ci aspettano. A lungo termine, avremo bisogno di più dati per comprendere davvero Encelado come un sistema geochimico e, naturalmente, per testare la presenza della vita“.
Quando l’oceano intrappolato sotto la superficie ghiacciata di Encelado è stato scoperto per la prima volta, ha aggiunto un’opzione intrigante all’elenco dei potenziali ambienti abitabili in cui potrebbe esistere la vita. Le future missioni trarrebbero indubbiamente vantaggio dalla visita della regione polare meridionale della luna, dove i pennacchi che esplodono attraverso la superficie forniscono un accesso non filtrato all’oceano sotterraneo.
Le agenzie spaziali stanno infatti già lavorando su missioni di questo genere come la Enceladus Orbiter della Nasa, che con il lancio dichiarato per la fine deel decennio prossimo, si concentrerà sulla caccia ai segni di vita su Encelado dall’orbita, almeno all’inizio.
Infatti, secondo la NASA, Orbilander (parte integrante della missione) dovrebbe infine atterrare vicino al polo sud della luna poco prima del 2052. Una volta lì, raccoglierebbe la neve dai pennacchi che ricadono in superficie. E testare quella neve potrebbe solo fornire la prima prova diretta del fosforo su Encelado.
Fonte: https://astronomy.com/news/2022/11/saturns-moon-enceladus-may-be-more-habitable-than-thought
Dormire è una necessità inderogabile per rigenerare corpo e mente, eppure un numero sempre crescente…
In questo articolo di letteratura vorrei approfondire il tema di "Lispeth" e il legame tra…
Forse senza il successo dell'omonimo film, "La zona d'interesse" (The Zone of Interest), 2023, scritto…
Secondo un'antica leggenda africana, Dio avrebbe dapprima destinato l'ippopotamo al terreno, ma lui amava molto…
I cerchi delle fate in Namibia, conosciuti anche come “fairy circles”, incarnano un fenomeno naturale…
Le lingue sono vive e in continua evoluzione, e l'italiano non fa eccezione. Molte parole…