Il 7 febbraio si è spento all’età di 76 anni, Alfredo Castelli, uno dei padri “nobili” del fumetto italiano. Autore versatile, colto, ironico ha attraversato per oltre cinquanta anni il mondo delle “nuvole parlanti” (e non soltanto) lasciando un’eredità straordinaria e un vuoto difficilmente colmabile.
Nato a Milano il 26 giugno 1947, Castelli era entrato nel mondo del fumetto già nel 1965, scrivendo e disegnando le avventure di Scheletrino, pubblicate in appendice a “Diabolik“. Ben presto si accorge che il disegno è la parte meno ispirata del suo talento e si concentra esclusivamente sulla scrittura. Nel 1971 inizia a collaborare con la Sergio Bonelli Editore, formando un sodalizio che durerà fino agli ultimi giorni di vita.
Il personaggio che lo ha reso un fuoriclasse del fumetto nazionale è Martin Mystere antropologo, docente universitario e scrittore che non è altri che l’alter ego dello stesso Castelli, tanto che lo stesso autore milanese fa nascere il “Detective dell’Impossibile” lo stesso giorno e lo stesso mese del suo compleanno, solo cinque anni prima. Infatti come viene rivelato in un numero della serie che ha raggiunto da poco i 400 numeri, Martin Mystere è nato il 26 giugno 1942.
Per la Bonelli Castelli però non si è limitato a creare, insieme al disegnatore Giancarlo Alessandrini, Martin Mystere ma ha scritto storie per Zagor, Mister No, Ken Parker e perfino per Dylan Dog e Nathan Never di cui ha curato direttamente i cross over con il Detective dell’Impossibile.
Castelli non si è limitato ad essere uno dei più talentuosi esponenti del fumetto nazionale, ma è stato anche autore di programmi televisivi, storico e saggista. In particolare ha dedicato al fumetto una lunga ricerca storica e filologica dedicata alla fase delle “origini” del fumetto, pubblicando in particolare un ampio volume illustrato – intitolato Eccoci ancora qui (2006), dedicato al fumetto americano tra fine Ottocento e primi del Novecento.