sabato, Luglio 27

C’è vita sulla Terra!

No, non si tratta dell’esultanza di un folle,  ma di  quello che,  probabilmente,  ha esclamato Carl Sagan, quando ha esaminato i risultati di  uno dei suoi più famosi esperimenti nel 1990.

Carl Sagan è stato  uno dei più importanti astronomi, astrofisici ed  astrobiologi statunitensi del Novecento, purtroppo  prematuramente scomparso a causa di un tumore, a soli sessantadue anni, nel  1996. Conosciuto anche come uno  dei fondatori del programma SETI per  la ricerca della  vita e delle intelligenze extraterrestri, Sagan   si pose il  problema di come fosse possibile individuare dallo spazio, con certezza, la presenza di vita su un pianeta. Egli  quindi progettò una serie di esperimenti nei tardi anni ottanta utilizzando gli strumenti della stessa sonda Galileo,  che nel 1990 sarebbe stata lanciata per raggiungere Giove,  da compiere durante il primo flyby della Terra della missione nel dicembre 1990.

I risultati che pubblicò sulla rivista Nature dimostrarono  che un presunto alieno intelligente da una regione dello  spazio non enormemente lontana dal nostro  pianeta   avrebbe  necessariamente notato almeno tre  fattori che indicavano senza ombra  di dubbio la  presenza  di vita biologica sulla Terra.

Il primo fattore era la forte concentrazione di  ossigeno nell’atmosfera  del pianeta che come sappiamo è  il  prodotto di tutti gli  organismi fotosintetici piante in primis. Il  secondo elemento  dello studio  era  la presenza  di metano  che combinandosi con l’ossigeno produce acqua ed anidride carbonica uno dei più importanti gas serra,  che deve essere  ciclicamente rinnovato. Anche in questo caso la produzione di metano  è associabile a cause biologiche (batteri, coltivazioni agricole, ruminanti domestici come le  vacche). II terzo fattore era rappresentato da un forte assorbimento di luce nell’estremità rossa dello spettro visibile (in particolare sopra i continenti), causata dall’assorbimento della clorofilla durante la fotosintesi delle piante, altra prova inoppugnabile  di vita biologica sul pianeta.

A questi fattori principali Sagan aggiunse anche la trasmissione di onde radio modulate a banda stretta, che non possono provenire da alcuna sorgente naturale segno  evidente di vita intelligente.

Naturalmente lo scopo del grande astronomo, divulgatore ed autore di romanzi di fantascienza (suo è Contact da cui  è stato tratto l’omonimo film) non era di rilevare  scientificamente quello che era noto e sotto gli occhi  di tutti da qualche millennio, bensì di aprire la pista per  la ricerca di vita biologica attraverso lo spazio e la sua esplorazione con sonde automatiche adeguatamente progettate. 

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