venerdì, Maggio 3

Fiumi ardenti e mari bollenti

Sarà capitato a molti , in isole siciliane, osservare l’acqua di mare bollire o in una zona della Toscana, gettiti di acqua e gas caldissimi. Si tratta di manifestazioni evidenti di vulcanesimo secondario, alcune delle quali si prestano a utilizzazioni interessanti.

Le Origini

Tali fenomeni si possono avere tra un’eruzione vulcanica e un’altra o costituire gli ultimi “rigurgiti” della storia di un vulcano. Gas e vapori possono provenire da rocce profonde, in cui erano intrappolati, o da acque superficiali, infiltrata nel terreno , riscaldata presso la camera magmatica, con pressione aumentata e poi tornata in superficie.

Tipologie dei gettiti

I geyser sono getti di acqua assai calda, emessi con gran violenza ad intervalli regolari. I soffioni sono invece emissioni di vapore, meno violente dei geyser. Le solfatare sono emissioni giallastre di vapor acqueo misto ad acido solfidrico. Le fumarole invece sono emissioni biancastre, fatte di vapor acqueo e diossido di carbonio. Infine le mofete consistono in getti di Anidride Carbonica che si accumula in basso, come nella grotta del cane (Pozzuoli). In particolare, se l’acqua non ha una pressione alta o se la roccia non è più molto calda, si hanno le sorgenti termali.

Energia geotermica

Si tratta di una forma alternativa energetica, rinnovabile, dovuta al calore interno terrestre, generato dal decadimento di elementi radioattivi (Uranio, Torio e Potassio), a partire dal nucleo, ma anche da mantello e crosta. La temperatura del suolo aumenta con la profondità di tre gradi ogni cento metri, per cui le acque sotterranee si riscaldano, trasformandosi in vapore. Questo opportunamente incanalato pone in moto le turbine, da cui si produce energia elettrica, che viene usata soprattutto per: riscaldamento urbano, coltivazioni in serra e cure termali. In mancanza di acqua, la si fornisce fredda dall’esterno.

Tipi di centrali

Attualmente esistono tre tipi di centrali geotermiche.

Dry Steam, con vapore a temperature superiori ai 235°C, e pressioni tali da far muovere turbine collegate a generatori.

Flash, che trasformano l’acqua bollente profonda, ad alta pressione, in acqua più fredda di bassa pressione.

Binarie, dove l’acqua bollente scorre lungo un altro liquido, dal punto di ebollizione molto inferiore al suo, per cui si forma del vapore, che aziona le turbine.

Pro e contro

Le centrali geotermiche, non producendo Anidride Carbonica e polveri sottili, non sono inquinanti, come quelle a carbone. Inoltre possono funzionare sempre, a prescindere da situazioni meteo.

Adesso il loro uso è ancora molto limitato, poiché contribuiscono solo a circa l’1% della produzione mondiale di energia. In genere emettono un odore sgradevole di Zolfo, con grosse strutture di tubazioni che in parte deturpano il paesaggio. In Italia si sfrutta questo tipo di energia in 16 comuni toscani. Essa rappresenta ancora meno del 2% del totale e solo il 5% delle rinnovabili.

Foto di Laurette Chapuis da Pixabay

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