Ancora nei primi anni del XIX secolo una parte non marginale della comunità scientifica aveva riserve sull’effettiva esistenza degli atomi.
Eppure oltre 2.000 anni prima alcuni filosofi greci avevano già intuito l’esistenza degli atomi (atomos in greco significa indivisibile).
I fondatori dell’atomismo furono due: Leucippo e Democrito. E’ difficile distinguere i due, sembra che alcune idee di Leucippo fossero successivamente attribuite a Democrito.
Leucippo sembra sia vissuto intorno al 440 a.c. e proveniva da Mileto, proseguendo quindi la filosofia scientifica e razionalista di quella città.
Fu molto influenzato da Parmenide e Zenone e si sa cosi poco di lui, che Epicuro (seguace di Democrito) ne negò l’effettiva esistenza.
Democrito invece è una figura molto ben definita, nacque ad Abdera in Tracia, in quanto al periodo in cui è vissuto, lui afferma di essere stato giovane quando Anassagora era vecchio, quindi intorno al 432 avanti Cristo.
Viaggiò molto, forse anche in Egitto, sicuramente in Persia prima di far ritorno ad Abdera. Democrito fu condotto all’atomismo nel tentativo di mediare il monismo ed il pluralismo come apparivano rispettivamente in Parmenide ed Empedocle.
Il pensiero di Leucippo e Democrito era incredibilmente vicino alla scienza moderna, credevano che la materia fosse costituita da minuscole ed indivisibili particelle: gli atomi.
Credevano inoltre che tra gli atomi ci fosse uno spazio vuoto e che essi fossero indistruttibili, disposti a strati e sempre in movimento.
Gli atomi per i due filosofi erano diversi per forme e dimensioni e secondo Aristotele che cita Democrito gli atomi differivano anche per il calore.
Democrito diceva che non c’era ne un sopra ne un sotto nel vuoto infinito e paragonava il movimento degli atomi nell’anima a quello dei corpuscoli di un raggio di sole quando non c’è vento.
Gli atomisti erano ferventi deterministi e credevano che nessun processo della natura avvenisse per caso.