sabato, Luglio 27

Hitler, l’evasore

Il dittatore tedesco, ancor prima di diventare il più grande criminale della storia dell’umanità, si era comunque caratterizzato con comportamenti antitetici rispetto alla retorica nazista che lo vorrà dedicato anima e corpo al Reich.

Fra i tanti comportamenti anomali, Adolf Hitler fu anche un evasore fiscale. La storia comincia nel 1928 quando ancora Hitler è lontano dall’essersi imposto in modo significativo sulla scena politica tedesca.
Decide di acquistare una casa sull’Obersalzberg una montagna della Baviera situata in prossimità di Berchtesgaden di cui si era invaghito in una delle frequenti escursioni in quella regione che amava particolarmente.

La casa Wachenfeld, l’oggetto dei desideri di Hitler, fu affittata al futuro dittatore nazista, dalla vedova di un uomo d’affari Otto Winter per 100 Reichsmark al mese nel 1928. Immediatamente Hitler chiama la sorella Angela Raubal con la quale aveva riallacciato recentemente i rapporti chiedendole di assumere la conduzione della casa. Angela lascerà Vienna dove lavorava e risiedeva e si trasferirà nella dimora che successivamente assumerà il nome di Berghof.

In realtà la chiamata di Angela non ha a che fare soltanto con l’esigenza di affidare la gestione della casa ad una persona di fiducia, ma doveva rappresentare una cortina fumogena contro la causa per evasione fiscale che gli intenterà di li a poco l’ufficio delle finanze di Monaco.

Il capo del Partito Nazista dichiara nel 1931 in sede di integrazione alla sua dichiarazione dei redditi del 1929 che quella casa l’ha affittata per la sorella Angela, che lui le paga l’affitto e che vi si reca pochissimi giorni l’anno giusto per far visita alla sorella e cita, a titolo d’esempio, come nel 1929 i giorni di residenza al Berghof siano stati in tutto 11.

L’intestazione della casa ad Angela Rabaul è ovviamente un vecchio trucchetto per evitare che la cartella delle imposte n. 2753 possa concludersi con una sua condanna per evasione fiscale e conseguentemente con l’arresto.

Ma le autorità non si lasciano ingannare dalle false dichiarazioni tributarie di Hitler ed il Comune di Salzberg interviene, facendosi parte attiva e sbugiardando il futuro Fuhrer,  rivelando come la fine della locazione preclude all’acquisto dell’agognata casa.
Diviene pertanto inevitabile l’aut aut delle autorità tributarie di Monaco che l’11 dicembre 1931 scrivono ad Hitler in termini tassativi:

“Il suo ricorso è respinto perchè infondato. Spiegazione: lo scrittore Adolf Hitler ha preso in affitto la villa Wachenfeld e pur essendo vero che la sorella Angela Rabaul vi vive, la predetta abitazione è anche a disposizione del ricorrente per tutto l’anno….omissis…data la situazione si evince che il ricorrente ha la sua residenza a Wachenfeld ai sensi …..”.

Nel 1933 Hitler riuscì ad acquistare la casa grazie alle vendite del Mein Kampf. Il luogo, molto scenografico, si trova in un punto dove sembra che il Königssee sia vicinissimo, ed è situato sulla stessa montagna che ospita il Kehlsteinhaus, o Nido d’Aquila, che fu raramente visitato da Hitler a causa della sua paura per l’altitudine.

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