domenica, Ottobre 13

I neurotrasmettitori

Il nostro cuore batte, noi respiriamo, gustiamo una cena nel nostro ristorante preferito, ci innamoriamo e facciamo sesso, leggiamo, scriviamo ed esploriamo la conoscenza del mondo che ci circonda grazie all’infaticabile opera dei neurotrasmettitori.

Queste microscopiche molecole abbandonano i vescicoli di un neurone, attraversano lo spazio sinaptico e si legano ai recettori di un altro neurone, trasportando un messaggio chimico che permette al cervello di governare i nostri organi, la nostra intelligenza e perfino le nostre emozioni. Sono stati contati oltre 100 tipi di neurotrasmettitori ma probabilmente ne esistono ancora altri da scoprire. A secondo del tipo di neurotrasmettitore i messaggi sinaptici possono essere inibitori o eccitatori. 

Sono più di cinquanta le sostanze chimiche di cui è stata dimostrata la funzione di neurotrasmettitore a livello sinaptico. Ci sono due gruppi di trasmettitori sinaptici: quello costituito da trasmettitori a basso peso molecolare a rapida azione e il gruppo dei neuropeptidi di dimensioni maggiori ad azione più lenta.

Il primo gruppo è composto da trasmettitori responsabili della maggior parte delle risposte immediate del sistema nervoso, come la trasmissione di segnali sensoriali al cervello e di comandi motori ai muscoli. I neuropeptidi sono, invece, implicati negli effetti più prolungati, come le modificazioni a lungo termine del numero di recettori e la chiusura o l’apertura prolungata di alcuni canali ionici.

I messaggi eccitatori e inibitori vengono “sommati” dentro la cellula che, grazie a un sofisticato sistema di pompe che regola l’accesso o il deflusso di ioni di sodio e di potassio, mantiene la sua membrana a uno stabile potenziale elettrico “di riposo” di -70 millivolts. Questo potenziale elettrico può subire modifiche in più o in meno dalla combinazione dei messaggi inibitori o eccitatori quando questo risultato netto supera un certo voltaggio (solitamente -30 millivolts), la cellula nervosa fa fuoco e innesca il potenziale d’azione, l’impulso elettrico che corre lungo l’assone per ordinare il rilascio di un’altra mitragliata di neurotrasmettitori. I neurotrasmettitori esercitano la loro funzione in opposizione o in combinazione l’uno con l’altro.

Il ricercatore svedese Hugo Lövheim ha proposto una classificazione degli effetti incrociati di serotonina, dopamina e noradrenalina. Secondo il suo modello, la disponibilità di alti o bassi livelli di queste tre molecole determina la qualità delle emozioni di base.

Quando ad esempio siamo seduti sul divano accanto ad una persona che ci piace si riscontrano alti livelli di serotonina e dopamina e bassi livelli di noradrenalina, mentre quando al volante inveiamo contro il conducente di un’altra vettura che ci ha tagliato la strada, potete scommettere che i livelli alti appartengono alla noradrenalina ed alla dopamina, mentre la seratonina è quasi inesistente.I neurotrasmettitori non sono però infiniti, alcuni vengono distrutti, altri disattivati per essere successivamente riciclati, altri ancora vengono messi in stato di riparazione.

Quindi il nostro cervello potrebbe trovarsi in una situazione di scarsità rispetto a certe molecole. Una cattiva nutrizione, un forte stress, farmaci, droghe, alcool, ma anche predisposizioni genetiche, influiscono sulle riserve di neurotrasmettitori, compromettendo così il funzionamento ottimale del cervello.

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