sabato, Dicembre 14

Il 2019 si apre all’insegna dei record dell’esplorazione spaziale

Certo è che non poteva essere più scoppiettante l’inizio del nuovo anno per quanto riguarda l’esplorazione spaziale, nell’arco di 72 ore sono stati infranti, infatti, numerosi record. La NASA ne ha messo a segno ben due:
il sorvolo dell’oggetto più distante dalla Terra mai effettuato fino a oggi (Ultima Thule) e la messa in orbita di una sonda, la OSIRIS-REx intorno al più piccolo corpo celeste della storia dell’esplorazione spaziale, l’asteroide Bennu.

Iniziamo da quest’ultimo, oscurato mediaticamente dal sorvolo di Ultima Thule e dall’allunaggio della sonda cinese
Chang’E-4 atterrata nel cratere Karman sul lato oscuro  della  Luna.

Distante dalla Terra appena 110 milioni di chilometri (contro gli oltre 6 miliardi di Ultima Thule)OSIRIS-REx arrivata in prossimità di Bennu il 3 dicembre scorso, si è perfettamente inserita in orbita grazie a una singola accensione di 8 secondi dei propri razzi di manovra. Un’impresa niente affatto scontata perché Bennu ha una gravità appena sufficiente a tenere in orbita la sonda: la sua intensità vale infatti 5 milionesimi di quella terrestre. Non solo: trovandosi a orbitare a meno di due chilometri dal centro dell’asteroide – distanza necessaria per tenere la sonda in orbita stabile, legata gravitazionalmente all’asteroide – il moto della sonda sarà fortemente influenzato dalla distribuzione di massa dell’asteroide, ma anche dalla pressione della radiazione solare e di quella riflessa dalla superficie stessa dell’asteroide. Questa situazione obbligherà la NASA a frequenti correzioni di rotta per tenere agganciata la sonda all’orbita di questo minuscolo asteroide. Fra l’altro OSIRIS-REx batte anche il record dell’orbita più bassa di un corpo celeste detenuta fino ad oggi dalla missione ROSETTA.

Per quanto riguarda Ultima Thule le immagini hanno chiarito che si tratta di un corpo unico, dalla forma vagamente di un arachide con un globo più grosso dell’altro. Di questo oggetto approssimativamente lungo 32 chilometri e largo 16 non è stato ancora possibile determinare il periodo di rotazione. I ricercatori non escludono che intorno ad Ultima Thule ci possano essere delle lune, poco più che grossi detriti che ne influenzano il periodo di rotazione. Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi ne sapremo senz’altro di più.
Terminata infatti la fase del flyby – che si è svolta fra il primo e il 2 gennaio – la sonda modificherà il proprio assetto orbitale e inizierà il lungo processo di invio dei dati a una velocità stimata di 1-2 kilobit per secondo (sì, kilobit, avete letto bene!). Alla NASA si aspettano che il download completo dei dati richieda almeno 20 mesi. Con l’aiuto di altre immagini gli astronomi sperano di chiarire meglio la natura dell’asteroide e di svelarne anche la storia.

Ma l’annuncio più sensazionale che ha scalzato dagli oneri della cronaca le imprese di New Horizons è il riuscito allunnaggio sul lato oscuro del nostro satellite della sonda cinese Chang’E-4.

La straordinarietà e complessità di questa missione si può evincere da diversi elementi ad iniziare dalle comunicazioni, per renderle possibili l’Agenzia Spaziale cinese aveva lanciato l’anno scorso un satellite collocato opportunamente in orbita lunare in modo da triangolare le comunicazioni tra  Chang’E-4 ed il Centro di Controllo.

Inoltre lo stesso allunaggio si è svolto grazie ad un sofisticato software in condizioni di grande autonomia. La sonda aveva infatti soltanto un settore di riferimento per allunare, durante la discesa acquisendo immagini in modo dinamico e valutandole è stata la stessa    Chang’E-4 a scegliere il punto esatto dove posare con successo le sue zampe.
La missione dell’Agenzia spaziale cinese è di grande interesse per diversi motivi. Innanzi tutto perché la geologia di quella parte di Luna mai visibile da Terra è diversa da quella della faccia a noi familiare, perché più ricca di crateri e meno di grandi pianure laviche: nonostante le tante ipotesi, ancora si cerca una spiegazione valida e condivisa per giustificare la differenza.

Tra gli obiettivi di Chang’e-4 c’è anche la possibilità di condurre studi radioastronomici a bassa frequenza sfruttando l’assenza di interferenze sul lato opposto del nostro satellite. Il rover condurrà anche test su minerali e radiazioni, secondo quanto riferito dall’agenzia spaziale nazionale cinese all’agenzia di stampa statale Xinhua.

Insomma se il buon giorno si vede dal mattino la Luna nel prossimo decennio rappresenterà una sorta di terra promessa dell’esplorazione e della colonizzazione spaziale.

Per ulteriori approfondimenti è possibile consultare i seguenti post:

Guarda che luna…

Dove sono tutti quanti 3 – Che fai tu Luna in ciel….

Scoperta una caverna lunare adatta per missioni di lunga durata

 

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