In queste ore è stata giustamente celebrata la scomparsa di un grande scienziato e di un uomo coraggioso che ha sconfitto per oltre 50 anni una sentenza di morte annunciata.
Si sono ovviamente sprecati i paragoni è più di qualcuno ha paragonato l’opera e l’impronta di Stephen Hawking a quella di Albert Einstein.
Per questo sono state sottolineate anche alcune singolari coincidenze della vita di Hawking ad iniziare dalla sua data di nascita l’8 gennaio 1942, esattamente 300 anni dopo la morte di Galileo che appunto l’8 gennaio 1642 moriva sulla collina fiorentina di Arcetri.
Anche la sua morte riveste una curiosa coincidenza, il 14 marzo cade infatti il compleanno di Einstein che era nato a 14 marzo 1879 a Ulma in Germania, esattamente 139 anni fa.
Per inciso il giorno della sua morte si festeggia il “Giorno del Pi greco”, la costante del rapporto tra circonferenza di un cerchio e il suo diametro.
Non si fa un grande favore al fisico britannico che ha ricoperto la cattedra lucasiana. dal 1979 al 2009, che fu di un altro pilastro della scienza moderna Isaac Newton cercando una difficile equiparazione del suo lascito scientifico con quello di Einstein.
Il genio tedesco infatti ha rivoluzionato la concezione stessa dell’universo finendo di smantellare la meccanica classica di Newton che aveva imperato per quasi tre secoli.
Su un punto però Hawking rivaleggia con Einstein, il fisico britannico è stato una vera e propria “popstar” della scienza sia grazie alle sue grandi doti di divulgatore scientifico, sia grazie al coraggio ed all’umorismo con il quale ha convissuto con la sua grave disabilità.
Come Einstein, Hawking era conosciuto e apprezzato anche da coloro che non si occupavano di fisica e di scienza in alcun modo.
Il lascito di Hawking è comunque importante e forse la sua principale eredità scientifica risiede nella cosiddetta radiazione di Bekenstein-Hawking, una radiazione termica che si ritiene sia emessa dai buchi neri a causa degli effetti quantistici.
La dimostrazione teorica del fenomeno, fatta da Hawking nel 1974, deriva dall’applicazione dei principi della meccanica quantistica, in particolare dell’energia di punto zero, nei pressi di una zona particolare che circonda il buco nero detta orizzonte degli eventi.
Negli ultimi anni poi grande interesse e spunti di riflessioni sono state sollevati da Hawking con gli allarmi su un eccessivo sviluppo dell’intelligenza artificiale e persino sul pericolo di un eventuale contatto con alieni.
Ma, come ha scritto brillantemente, Roger Penrose, altre grande fisico inglese e suo amico personale, un altro lascito non meno importante, è la sua dimostrazione vivente del trionfo della mente sulla materia.