Il titolo di questo post ricorda un po i gialli di Agatha Christie, perché di mistero a tutti gli effetti si tratta e la soluzione del rebus non è ancora risolta a quasi un secolo dal “delitto”.
L’investigatore di questo giallo è stato uno dei più brillanti, eccentrici e controversi astronomi del Ventesimo Secolo, Fritz Zwicky.
Zwicky svizzero di nascita ma che dal 1925 ha lavorato per tutta la sua vita al Caltech, negli Stati Uniti, aveva un carattere che definire pessimo è un eufemismo. Si rivolgeva ai suoi colleghi con i quali aveva divergenze d’opinioni (il che accadeva molto spesso) apostrofandoli come bastardi sferici, intendo così che erano bastardi da ogni lato li si guardasse.
Come scrive Pryamvada Natarajan, della Yale University, Zwicky “ era un uomo irascibile, aggressivo e testardo, con un modo di fare rude e sprezzante che irritava i colleghi…….Molti tolleravano a fatica la sua supponenza”. Sarà proprio il suo terribile carattere a mettere in sordina le grandi intuizioni di questo scienziato dalla grande apertura mentale, in grado di coniugare studi di carattere sperimentale con studi teorici. Durissimo con i subordinati, imprecava ininterrottamente con gli assistenti che lavoravano di notte al telescopio, ricoprendoli di insulti dove mescolava termini scientifici con parole oscene.
Insomma quello che definiremmo un uomo impossibile. Veniamo però ad una delle grandi scoperte di Zwicky, per l’appunto il mistero della massa mancante. E’ il 1933 e l’astronomo svizzero studiava il movimento di singole galassie posizionate nell’ammasso della Chioma di Berenice. L’ammasso della Chioma è un insieme di galassie isolato e densamente popolato situato a circa 300 milioni di anni luce dalla Terra. Le sue migliaia di galassie ruotano intorno al centro dell’ammasso in tutte le direzioni un po’ come fanno le api con un alveare. Sfruttando i moti di poche galassie Zwicky scoprì che la loro velocità media aveva un valore incredibilmente alto.
Da questo risultato egli dedusse un valore enorme della massa della Chioma. Un valore troppo alto per il numero delle galassie coinvolte. La velocità stimata da Zwicky era tale da superare la velocità di fuga e l’ammasso si sarebbe dovuto disgregare.
Questo non accadeva perché ci doveva essere un qualche tipo di materia che conferiva quel surplus di massa in grado di tenere unito l’ammasso. Questa anomalia non fu presa nella debita considerazione dalla comunità scientifica probabilmente anche a causa della pessima fama di Zwicky e
fu solo negli anni settanta che gli scienziati iniziarono ad esplorare questa discrepanza in modo sistematico e che l’esistenza della materia oscura iniziò ad essere considerata. La sua scoperta non avrebbe solo risolto la mancanza di massa negli ammassi di galassie, ma avrebbe avuto conseguenze di ben più larga portata sulla capacità dell’uomo di predire l’evoluzione dell’Universo.