sabato, Luglio 27

Il mondo ellenistico

Impero di Alessandro Magno

La storia antica del mondo greco può dividersi sommariamente in tre periodi storici: il periodo delle Città-Stato, quello della dominazione macedone ed infine quello dell’assoggettamento all’Impero Romano. Il periodo della dominazione macedone è conosciuto come l’età ellenistica del mondo greco.

Nella scienza e nella matematica durante questo periodo si ha il meglio di quanto sia mai stato prodotto dalla civiltà greca mentre in campo filosofico si ha l’affermazione delle scuole epicurea e stoica e la definitiva formulazione dello scetticismo.

Il mondo ellenistico nasce dalla travolgente ascesa di Alessandro Magno che dal 334 al 324 a.e.v., in soli 10 anni, conquisterà l’Asia Minore, la Siria, l’Egitto, la Persia, Samarcanda, la Battria ed il Punjab. Dovunque arrivò Alessandro, fin sulle aspre montagne dell’Afghanistan o nelle pianure alluvionali dell’Indo, egli fondò città che ricalcassero le istituzioni greche sia pure con un certo margine di autogoverno.

Nonostante che il suo esercito fosse costituito in grande maggioranza da macedoni e che i greci europei che aveva sottomesso non lo amassero particolarmente, inizialmente Alessandro si presentò come il campione del mondo ellenistico. Con il procedere delle sue conquiste però il grande condottiero macedone intraprese una politica di fusione tra greci e le popolazioni barbare che andava via via assoggettando.

Le ragioni erano molteplici. Prima fra tutte l’enorme estensione dei suoi nuovi possedimenti rendeva impossibile ad un esercito relativamente piccolo il controllo permanente di tutti i territori tipici di un’occupazione esclusivamente militare. In secondo luogo i popoli orientali erano abituati ad essere governati da un Re con spiccate origini divine e mal digerivano istituzioni in forte contrapposizione con questa tradizione. D’altra parte ad Alessandro assumere questo ruolo non dispiaceva poi così tanto.Anche dal punto di vista religioso il macedone adottò una politica accomodante limitandosi a trovare le analogie tra gli dei greci e quelli delle popolazioni conquistate.

I greci avevano un fortissimo senso di superiorità rispetto agli altri popoli che consideravano indiscriminatamente barbari. Alessandro in omaggio alla sua politica di fusione impose a diversi nobili macedoni di sposare principesse persiane e lui stesso prese in moglie due donne barbare di alto lignaggio.

Il risultato di questa politica fu di introdurre nella mente degli uomini il concetto dell’umanità come un tutto unico. L’effetto che Alessandro produsse sulle civiltà asiatiche del tempo fu enorme e durevole. Persino il Primo Libro dei Maccabei, scritto diversi secoli dopo, ne riporta ancora, lievemente romanzate, le gesta, significando che ancora diversi secoli dopo la sua morte, la figura del grande macedone era ancora impressa nell’immaginario collettivo delle genti asiatiche.

Alla morte prematura di Alessandro il tentativo di mantenere unito l’impero fallì, dei due figli legittimi discendenti uno era un bambino e l’altro non era ancora nato. Al termine di una stagione di tensioni e di contrapposizioni l’impero di Alessandro fu spartito fra tre dei suoi generali, la parte europea toccò ai discendenti di Antigono, quella africana con l’Egitto come perla centrale andò a Tolomeo e la parte asiatica fu appannaggio di Seleuco.

Sia la dinastia tolemaica che quella seleucide abbandonarono la politica di fusione di Alessandro instaurando delle tirannie militari grazie ad un aliquota dell’ex esercito macedone rinforzato da mercenari greci. Mentre nella parte asiatica ci furono due secoli di guerre, l’Egitto dei Tolomei riuscì a mantenere una discreta tranquillità ed Alessandria d’Egitto divenne il centro del mondo ellenistico.

I Tolomei furono dei mecenati del sapere ed attrassero alla loro corte e ad Alessandria le menti più brillanti del tempo. La matematica fino all’annessione romana divenne di fatto alessandrina, lo stesso Archimede pur essendo siciliano aveva completato la sua formazione ad Alessandria. C’era però una differenza rispetto agli intellettuali delle libere Città-Stato greche, quelli alessandrini erano tutti specializzati, quasi nel senso moderno, di una disciplina, un matematico non sapeva quasi niente di filosofia e viceversa.

Nelle città greche indipendenti del V e IV secolo a.e.v. invece si supponeva che un uomo capace lo fosse in tutti i campi della sfera umana. Socrate ad esempio oltre ad essere un filosofo, pur non amandola si era occupato di politica, studiava la fisica e da giovane era stato anche un soldato.

Ad Alessandria c’erano soldati, matematici, fisici, filosofi, astronomi, amministratori ma nessuno di questi sapeva fare tutto o comunque essere competente in più di una di queste discipline. Il mondo ellenistico però entra rapidamente in una fase di lenta decadenza causata in parte dalla mancanza di unità politica assicurata soltanto durante la breve vita di Alessandro e dall’altra parte dall’incapacità dell’intelligenza greca di affrontare i nuovi problemi che si affacciavano sulla scena del mondo. I Romani certamente più rozzi dei greci seppero imporre quell’ordine che mancava alla civiltà ellenistica che si spense come forma politica autonoma con l’annessione all’emergente Impero Romano.

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