lunedì, Ottobre 14

La battaglia di Neuve Chapelle

I francesi durante il primo anno della Grande Guerra, il 1914,si erano fatti una cattiva opinione del BEF, il Corpo di Spedizione Britannico, appena mitigata nel corso delle ultime settimane dal coraggio dimostrato dagli inglesi nel corso della prima battaglia di Ypres.

Il comandante in capo dell’esercito francese Joffre cercava di persuadere gli inglesi di farsi carico di una porzione più ampia del fronte, che andava dal saliente di Ypres fino alla zona di La Bassée in modo da permettere alle sue truppe di riorganizzarsi ed ammassare più unità per le offensive a sud-est. Sorprendentemente il Comandante del BEF sir John French si dichiarò disponibile a sviluppare un’offensiva nella zona di Neuve Chapelle come attacco di supporto all’offensiva francese.

Il primo grande attacco degli inglesi alle difese trincerate del nemico venne affidato da French alla Prima Armata comandata dal generale Sir Douglas Haig e composta dal IV Corpo e dall’Indian Corps. Il problema principale per i britannici era l’artiglieria sia per la sua composizione che per il limitato numero di munizioni disponibili. Per quanto riguarda i tedeschi si trovavano fortemente indeboliti dopo la decisione del Comando Supremo di spostare diverse unità sul fronte orientale. Solo due divisioni tedesche si trovavano a fronteggiare le sei divisioni della Prima armata fra il canale di La Bassée e Bois Grenier e nessuna delle due parti aveva molte riserve su cui contare.

Haig preparò accuratamente l’offensiva predisponendo anche per la prima volta una mappatura aerea delle zone controllate dal nemico. La linea del fronte tedesco formava un saliente attorno a Neuve Chapelle. Il piano complessivo di Haig prevedeva attacchi convergenti da parte del IV corpo, al comando del tenente generale Sir Henry Rawlinson, e degli Indian Corps, capeggiati dal tenente generale Sir James Willcocks, supportati dall’artiglieria ammassata su un fronte di quasi due chilometri, per attaccare la cittadina prima di assumere posizioni difensive.

L’intenzione poi era quella una volta effettuato lo sfondamento di spingersi fino al crinale di Aubers posizione che avrebbe consentito l’interruzione delle linee di comunicazione germaniche. La crisi del munizionamento indusse Haig a predisporre per ogni cannone un programma di fuoco che identificava i bersagli, la durata del bombardamento e il numero di colpi che dovevano essere sparati. Si studiò inoltre l’utilizzo dell’artiglieria per distruggere i reticolati di filo spinato a protezione delle trincee nemiche. Il ricorso a tronchesi ed attrezzi similari si era rivelato infatti troppo lento ed inefficace. Dopo prove e discussioni infinite si individuò nei proiettili a frammentazione il munizionamento più efficace per aprire larghi varchi nel filo spinato.

La penuria di munizioni indusse anche il 15 febbraio del 1915 a far adottare da Haig e dal suo Stato Maggiore uno schema per il bombardamento preparatorio siffatto: i cannoni da campo da 18 libbre avrebbero effettuato un bombardamento a uragano di trentacinque minuti per sgombrare il filo spinato, e nel frattempo gli obici da 4,5 pollici e l’artiglieria pesante avrebbero distrutto le trincee meno profonde. Questo era considerato sufficiente per le esili difese tedesche del marzo del 1915; con il passare del tempo, però, questi calcoli si sarebbero rivelati in parte errati.

La Prima armata riuscì ad ammassare in segreto 282 cannoni da campo e obici, oltre ad altri 36 pezzi di artiglieria pesante; il tutto era equivalente a un pezzo di artiglieria ogni 600 metri circa, una cifra che solo di rado sarebbe stata eguagliata nel corso della guerra. Per contro i tedeschi potevano replicare con soli 24 cannoni da campo e 36 pezzi di artiglieria pesante. Uno svantaggio clamoroso.

Il fuoco di sbarramento iniziò alle 7:30 del 10 marzo 1915. Mentre la metà dei cannoni da 18 libbre distruggeva il filo spinato tedesco con munizioni a frammentazione, i restanti si combinavano con l’artiglieria di calibro maggiore per devastare le trincee tedesche. Dopo dieci minuti l’artiglieria da campo iniziò a creare una linea di fuoco di sbarramento a est di Neuve Chapelle per impedire la fuga o il rafforzamento delle truppe di guarnigione tedesche.

Cinque degli otto battaglioni d’assalto presero i loro obiettivi avanzando per circa 1,2 chilometri, con perdite minime, per conquistare Neuve Chapelle e i resti allagati della linea Smith-Dorrien entro le 9:00 del mattino, appena un’ora e mezza dopo l’inizio del bombardamento. Poi qualcosa iniziò ad incepparsi. Nonostante fossero numericamente inferiori di numero i tedeschi diedero dimostrazione di un’accanita difesa iniziando a provocare perdite consistenti anche tra gli ufficiali che guidavano l’attacco.

I minuti divennero ore mentre Willcocks e Rawlinson, a capo rispettivamente degli Indian Corps e del IV corpo, facevano del loro meglio per tenere il controllo della situazione. I due esitavano a ordinare la successiva avanzata verso il crinale di Aubers finché tutti gli obiettivi originari non fossero stati messi in sicurezza.

Questa esitazione permise ai tedeschi di richiamare le riserve per coprire la breccia di poco meno di 2 km sul loro fronte. Nei tre giorni successivi gli inglesi ricominciarono ad attaccare, ma registrarono solo ingenti perdite e nessun progresso significativo. Al termine della battaglia, la Prima armata contava 11.652 morti e feriti di cui 4.200 indiani. Neuve Chapelle non riuscì a raggiungere gli obiettivi dichiarati sul crinale di Aubers: la presa dei resti devastati dell’abitato di Neuve Chapelle e il raddrizzamento di un saliente minore non valevano certo i drammatici costi in vite umane subiti. I tedeschi nei 4 giorni di scontri avevano perso tra morti, feriti, dispersi e prigionieri 10.600 uomini.

La battaglia di Neuve Chapelle ebbe anche gravi conseguenze politiche in Gran Bretagna. Sir John French attribuì la causa del fallimento alla scarsità di munizioni per la sua artiglieria. Ciò condusse alla cosiddetta “Crisi delle granate del 1915”, con la caduta del governo liberal presieduto da Herbert Henry Asquith, la formazione di un nuovo esecutivo presieduto dallo stesso Asquith, e la nomina di David Lloyd George alla nuova carica di Ministro per le munizioni, a riconoscimento del fatto che l’intera economia nazionale si doveva indirizzare al sostegno dell’esercito e dalla causa bellica.

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