sabato, Luglio 27

La nascita della Terza pagina

La “terza pagina”, ovvero le pagine dei quotidiani dedicate alla cultura sono una felice intuizione del giornalismo italiano. La sua origine è fatta risalire al 1901 e ad una specifica testata: “Il Giornale d’Italia”.
Questo quotidiano era appena nato, da un’iniziativa sostenuta da Sidney Sonnino e Antonio Salandra, esponenti di minoranza della Destra storica all’epoca dominata da Giovanni Giolitti. L’intenzione era quella di coagulare intorno al quotidiano una nuova formazione politica di stampo moderato-conservatore alternativa al blocco giolittiano.
Alla direzione viene chiamato Alberto Bergamini ed è proprio il neo Direttore che sceglie di esaltare un avvenimento culturale: la prima, a Roma, della Francesca da Rimini di Gabriele d’Annunzio, con Eleonora Duse.
Invia pertanto ben quattro cronisti che vengono incaricati di occuparsi della serata nei suoi vari aspetti: la messa in scena, l’arrangiamento musicale, la critica e la cronaca generale della serata.
Bergamini si occuperà di coordinare i vari pezzi, li impaginerà e gli fornirà i titoli.
La pagina scelta per la pubblicazione è la terza, nasce cosi’ una delle più felici intuizioni del giornalismo italiano. La terza pagina diverrà ben presto non un semplice aggregato di notizie culturali ma un approfondimento ragionato di un evento o di una tendenza culturale di grande spessore.
Ben presto anche gli altri quotidiani dell’epoca adottano questa novità e il Corriere della Sera riesce a mettere in campo le firme più prestigiose del novecento culturale italiano.
Nel 1905 nella terza del Corriere della sera, con i fratelli Albertini, si aggiungono articoli di cronaca locale. La terza raggiunge il suo massimo splendore. Illustri firme quali Ada Negri, Giovanni Verga, Grazia Deledda, Luigi Pirandello, in cambio di cospicui compensi, accettano di collaborarvi in esclusiva.
Oggi la terza pagina, che non corrisponde più all’effettiva numerazione delle pagine del giornale, si è profondamente evoluta, gli articoli rispettano un maggior impatto visivo, ma la cultura umanistica ed un linguaggio generalmente più colto e ricercato rimangono i tratti distintivi di questa specifica sezione dei nostri quotidiani.

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