venerdì, Maggio 3

La straordinaria storia di Annone, l’elefante del Papa

Questa incredibile storia, segno di un epoca di fasti e opulenze inimmaginabili, ha due co-protagonisti, Manuel I, Re del Portogallo e il Papa Leone X. Due co-protagonisti dicevamo, perché il vero protagonista di questa storia è Annone, un elefantino bianco, dalla vita breve quanto intensa.

Il Re

Manuel divenne re il 25 ottobre 1495 dopo la morte del cugino Giovanni II. Siamo nel mezzo dell’epoca delle grandi esplorazioni oceaniche e delle grandi scoperte. Colombo ha da poco scoperto le Americhe, anche se per lui si trattava ancora delle Indie Orientali. Manuel I, continuando la politica del suo predecessore, privilegiò la politica di espansione verso l’India e realizzò il viaggio di Vasco da Gama (1498)  che Giovanni II aveva progettato e programmato.

Due anni dopo navi portoghesi scoprirono il Brasile e l’ammiraglio Alfonso de Albuquerque assicurò il controllo delle rotte commerciali dell’Oceano Indiano e del Golfo Persico, marginalizzando l’Impero Ottomano,  e conquistando al Portogallo territori importanti come la Malacca, Goa e Ormuz.

Il Papa

Intanto a Roma, sale al soglio pontificio il 13 marzo 1513 Giovanni dei Medici, che assumerà il nome di Leone X. La sua elezione viene orchestrata dall’abile segretario Bernardo Dovizi da Bibbiena, che riuscì a convincere molti cardinali elettori sull’opportunità di un papa mediceo dallo spirito conciliante e che probabilmente non avendo buona salute sarebbe durato poco. Insomma un papa per così dire transitorio.

Cresciuto nell’umanesimo fiorentino, questo papa colto e mite, dall’aspetto corpulento, amante delle arti, della musica e della buona tavola cercherà di fare di Roma il centro culturale dell’Occidente. Per questo ambizioso obiettivo inviterà nella Città Eterna, poeti, letterati e artisti. Affiderà ad uno dei suoi protetti, Raffaello l’incarico di conservatore delle antichità, arbitro delle arti, architetto e pittore della corte vaticana.

La consuetudine vuole che quando un nuovo Papa viene eletto le potenze cattoliche europee mandino a Roma un ambasciatore straordinario in «missione di obbedienza» che avrà il compito di trasmettere al Papa doni, il cui lusso e stravaganza sono proporzionalmente correlate all’importanza del Sovrano o del nobile. È anche un modo per ostentare le ricchezze e le conquiste del paese che questi ambasciatori rappresentano.

I doni del Re

Re Manuel I è senza dubbio uno dei più munifici, i doni che prepara per il Papa non sono soltanto sfoggio di una grande stagione di conquiste e opulenza del suo Portogallo ma un viatico per ottenere l’appoggio di Leone X per le inevitabili contese che quest’epoca di esplorazioni e di colonialismo porta con se. Manuel viene a sapere che il Papa oltre ad amore lo sfarzo e il lusso ha una forte predilezione per la natura e gli animali in particolare.

Il nonno, Cosimo dei Medici aveva un vero zoo di animali esotici leoni, lupi, cinghiali e talvolta faceva sbarrare Piazza della Signoria per farli ammirare dagli ospiti più illustri che visitavano Firenze. Per questo re Manuel stila personalmente una lista degli animali esotici da regalare al Papa e leopardi e pappagalli, inserisce un elefantino albino di quattro anni, particolarmente docile e intelligente.

L’elefante bianco

Così inizia il viaggio di questo cucciolo di elefante che imbarcato a Lisbona, giungerà fino a Porto Ercole. Qui proseguirà per terra la lunga marcia che lo porterà a varcare le mura della Città Eterna, primo elefante dai tempi dell’Antica Roma. Sempre condotto dall’istruttore indiano che lo accudisce viene portato in processione fino a Castel Sant’Angelo dove lo aspetta Leone X.

Il Papa è impressionato da questo animale che è considerevolmente cresciuto e che avvicinandosi a Leone X e al suo seguito aspira con la proboscide dell’acqua da un secchio, spruzzandola poi addosso agli sbigottiti porporati. Nei giorni a seguire l’elefante si esibirà per il popolo romano in una serie di giochi e trucchi, sempre sotto la guida del suo addestratore indiano. La folla va in visibilio.

Noi ti battezziamo Annone

All’elefante bianco viene imposto il nome di Annone. Probabilmente questo nome deriva dal termine “aana” che nella lingua dell’addestratore significa appunto elefante, storpiato dai romani, vista la mole considerevole dell’animale in Annone. Leone X è talmente entusiasta dell’animale che va a trovare quasi ogni giorno, che fa costruire un edificio su un lato di piazza San Pietro, nel punto in cui termina il Passetto, vicino a dove secoli dopo sorgerà la Fontana delle Tiare. Qui potrà essere ammirato non soltanto dagli ospiti illustri ma anche dai romani.

La vita romana di Annone però dura solo due anni. L’animale si ammala e i medici chiamati al capezzale di Annone non riescono a capire cosa abbia. Annone muore nel giugno del 1516 con accanto un Papa affranto. Leone X lo fa seppellire in Vaticano nel Cortile del Belvedere. Le sue ossa saranno ritrovate nel 1962 in seguito a dei lavori di manutenzione e inizialmente scambiate per ossa di dinosauro.

L’inconsolabile Papa ordinerà a Raffaello di dipingere un affresco che perpetui l’immagine di Annone. Il grande artista lo farà personalmente sul muro del Vaticano in piazza San Pietro, vicino all’edificio dove l’animale viveva. L’opera purtroppo, con il tempo, andrà perduta, ma non il ricordo di Annone, l’elefante bianco del Papa.

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