L’Inghilterra della Prima Rivoluzione industriale fu colpita da una vera e propria epidemia di rachitismo. Si trattava di una malattia che colpiva soprattutto i bambini e non era raro vedere molti di essi camminare con le grucce a causa del forte indebolimento osseo. Era così diffusa questa malattia da essere anche rappresentata in letteratura, Tim il piccolo protagonista del Canto di Natale di Dickens era probabilmente affetto da rachitismo.
Le cause di questa forte diffusione del difetto di ossificazione si scopriranno molto tempo dopo, esse dipendevano dai fumi e dalla fuliggine che miriadi di fabbriche scaricavano nell’atmosfera arrivando a velare e talvolta oscurare il Sole, per altro non presente per molti mesi a quelle latitudini.
Si perchè i raggi del Sole sono necessari al nostro organismo per produrre la vitamina D, una sostanza essenziale per la corretta formazione delle ossa. La radiazione solare attiva il precursore della vitamina D attraverso il contatto con l’epidermide.
Per vitamina D si intende un gruppo di pro-ormoni liposolubili costituito da 5 diverse vitamine: vitamina D1, D2, D3, D4 e D5. Le due più importanti forme nelle quali la vitamina D si può trovare sono la vitamina D2 (ergocalciferolo) e la vitamina D3 (colecalciferolo), entrambe le forme dall’attività biologica molto simile. Il colecalciferolo (D3), derivante dal colesterolo, è sintetizzato negli organismi animali, mentre l’ergocalciferolo (D2) è di provenienza vegetale.
Ecco perchè un tempo le nonne somministravano il nauseabondo olio di fegato di merluzzo ai recalcitranti bambini. Quell’orripilante mistura era ricca di vitamina D.
L’importanza della funzione del Sole fu scoperta nei primi anni del Ventesimo secolo quando un gruppo di ricercatori allevò alcuni cani al buio. Gli animali svilupparono tutti forme anche gravi di rachitismo, ricondotti ad una normale esposizione solare, guarirono senza eccezioni.
Debellato il rachitismo infantile, studi recenti hanno però dimostrato che circa il 60% degli adulti soffre di livelli bassi di vitamina D e quindi sono potenzialmente soggetti al rischio di osteomalacia o persino di osteoporosi.
Questa situazione è in parte dovuta al processo di criminalizzazione verso l’esposizione solare, che indubbiamente, se fatta senza criterio può essere effettivamente molto dannosa. Gli anziani poi sono sempre più restii ad esporsi ai raggi della nostra stella, basterebbero invece 15 minuti di esposizione solare, tre volte alla settimana, per incrementare notevolmente la produzione di vitamina D.
Dovremmo farlo tutti, tanto più che studi molto recenti asseriscono che la vitamina D gioca un importante fattore preventivo rispetto ad alcune forme tumorali molto comuni.