sabato, Luglio 27

Le frontiere dell’astrobiologia

L’astrobiologia o anche esobiologia è una ramo speculativo della  biologia  che ricerca forme  di vita extraterrestri. Nel 1982 l’International Astronomical  Union’s Commission iniziò ad indagare in modo sistemico sulla possibilità di scoprire forme di vita  aliena e nel  2006 coniò il termine bioastronomia.

La ricerca di vita nello spazio si avvale di diversi metodi dall’invio di sonde, all’utilizzo di telescopi specializzati,  allo studio di meteoriti su alcuni dei quali sembra siano state trovate forme di vita a livello batterico.

Un altro approccio è l’utilizzo di radiotelescopi alla ricerca  di segnali non naturali che possano far sospettare la presenza di vita extraterrestre intelligente. Dopo 50 anni di ricerche e studi appare chiaro che nel  Sistema Solare  al massimo potremo trovare evidenze di qualche forma di vita  prebiotica sotto la superficie di Marte, oppure su Europa, satellite di Giove  o Encelado, luna di Saturno. Un altro campo di interesse  sono gli asteroidi, nel 2010 la Johh Hopkins University ha prodotto uno studio su uno di essi, 24 Themis, collocato tra Marte e Giove, che pare abbia evidenziato presenza di molecole organiche.

La   missione Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea, lanciata nel  2004  ha invece  esplorato la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko scoprendo che l’acqua ghiacciata presente sulla  sua superficie è in maggioranza costituita da deuterio e quindi molto diversa da quella terrestre, escludendo  che siano state  le comete a far arrivare il liquido della vita  sul nostro pianeta.

La  ricerca dei bioastronomi si è poi particolarmente  indirizzata nel  Sistema Solare sui satelliti dei giganti gassosi, da Europa che ha una tenue atmosfera  in parte composta da ossigeno molecolare a Titano, il  secondo più grande satellite del Sistema Solare  che possiede un’atmosfera costituita da azoto e metano.

Ma la vera caccia alla  vita aliena è ormai rivolta agli esopianeti,  ovvero i pianeti ubicati fuori dal Sistema Solare ed anche se la morte del telescopio  Kepler rappresenta un brutto colpo, nei prossimi anni sempre più risorse tecnologiche e finanziarie saranno destinate alla  ricerca della vita in questi pianeti lontanissimi dalla  Terra. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Verified by MonsterInsights