Come abbiamo visto in un recente post la condizione della donna in quel lunghissimo periodo che per convenzione chiamiamo Medio Evo era generalmente di totale sottomissione alle figure del padre prima e del marito poi, scarsamente istruite, assolutamente ininfluenti nella sfera politica e culturale delle loro comunità, le donne erano dedite esclusivamente al lavoro domestico o dei campi e soprattutto
all’accudimento della prole. Ovviamente con le dovute eccezioni che per lo più si riferiscono a donne aristocratiche o comunque di ceto benestante che per particolari condizioni familiari o per straordinarie personalità seppero imporsi in un epoca in cui la parità di genere era un concetto alieno persino per la stragrande maggioranza dell’universo femminile che trovava naturale questo assoggettamento verso il maschio.
Un modo per sfuggire a questo rigido ordinamento sociale poteva essere offerto dalla religione, attraverso una speciale interpretazione dell’esperienza mistica. Questa sorta di catarsi religiosa aveva il compito di svincolare le donne che ne sceglievano la strada dal clichè che le voleva impure e peccatrici. Per farlo era però necessario mondare il proprio corpo, liberarlo da ogni pulsione e desiderio. Una scorciatoia per questo traguardo era l’anoressia.
Una delle conseguenza dell’anoressia, come è noto, è la amenorrea, ovvero la cessazione delle mestruazioni e la conseguente perdita del potere di procreare. Cosi’ purificata la donna può accostarsi a Dio senza contare che stati particolarmente gravi di anoressia inducevano spesso visioni ed iperattività tutti elementi presenti nello stato di alterazione mistica.
La santa anoressia come questo fenomeno è stato battezzato nel Medio Evo ha riguardato centinaia di donne. Secondo uno studio che ha esaminato centinaia di biografie di donne italiane vissute dal 1206 al 1934 almeno 261 presentavano gli inequivocabili sintomi dell’anoressia. Oltre cento di queste donne è stata proclamata santa dalla Chiesa.
Una particolare concentrazione si è verificata tra l’Umbria e le Marche tra il XIII ed il XV Secolo. Tutte queste donne praticavano un digiuno che sfociava nell’anoressia. Spesso l’unico cibo che accettavano era l’Eucarestia. La più celebre di queste sante “anoressiche” è certamente Caterina da Siena (1347-1380), figlia di un tintore, cresciuta in una famiglia molto numerosa, la madre partorì 25 figli, dopo la morte di una sorella era destinata a sposare un vedovo ma, Caterina si ribellò e non sappiamo se intenzionalmente o per un profondo disagio psicologico iniziò il calvario dell’anoressia. Oltre a Caterina sono da annoverare tra le sante anoressiche Umiliana de’ Cerchi, Margherita d’Oingt, Angela da Foligno, Margherita da Cortona e molte altre.