Lo Spritz, il principe degli aperitivi estivi

Lo Spritz è senza dubbio il cocktail più popolare, indiscusso protagonista dell’ora dell’aperitivo, soprattutto nella stagione estiva. Colorato, a basso contenuto alcolico, fresco questo drink ha una storia interessante e complessa, anche se la sua ricetta odierna è molto diversa da quella delle origini.

Il primo Spritz

Per andare alle origini di questo drink occorre tornare indietro nel tempo, fino alla dominazione austriaca del lombardo-veneto, tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento. I soldati austriaci non riuscivano a bere i vini veneti, ritenuti troppo forti e così iniziarono ad “allungarli” con acqua gassata. Ed a proposito permettete una breve digressione proprio sull’acqua “frizzante”.

Era stata scoperta del tutto casualmente dallo scienziato Joseph Priestley nel 1767 ma ad intuirne le potenzialità commerciali fu l’uomo d’affari tedesco Johann Jacob Schweppe che, alla fine del XVIII secolo, sviluppò un processo per produrre acqua minerale gassata basato sul metodo del celebre scienziato britannico. Grazie alle sue ricerche, Schweppe creò una società che si occupava della produzione di bevande gassate, dando vita alla famosa Schweppes nel 1783.

L’acqua frizzante era quindi da poco in commercio quando appunto i soldati asburgici decisero di addolcire i vini veneti troppo forti per il loro palato. E le radici del nome del drink indiscusso protagonista delle sere estive deriva infatti dal verbo tedesco spritzen che significa appunto “spruzzare”. Vino bianco e acqua gassata: fu questo il primo Spritz, modello austro-ungarico.

Lo Spritz d’inizio secolo

Una prima evoluzione l’abbiamo negli ultimi anni della belle epoque, nella prima decade del Novecento quando si diffusero i primi sifoni per l’acqua di Seltz che divennero un’alternativa all’acqua frizzante. La versione definitiva dello Spritz nasce pochi anni dopo, negli anni Venti, quando si decise di colorare il drink con un po’ di bitter.

Il derby veneto

L’introduzione del bitter portò ben presto ad una “scissione” della sua interpretazione. Da un lato quella “continentale” codificata intorno a Padova, con l’utilizzo dell’Aperol. dall’altra quella veneziana, che prevede il Select, un bitter prodotto dai fratelli Pilla. Il derby veneto viene vinto dalla versione “padovana” che si diffonde in tutto il Nord Italia prima e negli anni Settanta raggiunge il successo globale tanto da essere inserito negli elenchi dell’IBA (International Bartenders Association).

Le tante versioni dello Spritz

Il successo dello Spritz però apre ad una serie di versioni che si differenziano per l’uso di un ingrediente piuttosto che un altro. A Padova si utilizza vino bianco frizzante, a Treviso il Prosecco, a Venezia invece spariscono le bollicine e si usa un vino bianco fermo, a Udine è d’obbligo il Tocai Friulano.

E non finisce qui. Al “colorante” per eccellenza, l’Aperol, c’è chi usa in alternativa il Campari, ma anche il China Martini e il Cynar!

La ricetta

Uno dei motivi del grande successo dello Spritz è che si tratta di un cocktail piuttosto facile da preparare anche a casa. Noi vi daremo la ricetta ufficiale, quella approvata dall’IBA. Gli ingredienti:

6 cl di prosecco
4 cl di Aperol
Una spruzzata di soda/seltz

La preparazione

Riempite di ghiaccio un calice di vino o un bicchiere old-fashioned, versate nell’ordine il vino, il bitter e infine l’acqua frizzante o il seltz.  Mescolate lentamente per non smontare la briosità del drink e terminate guarnendo con una fetta d’arancia.

Buon aperitivo!

Foto di Blandine JOANNIC da Pixabay

Foto di Markus Distelrath da Pixabay

Natale Seremia

Appassionato da sempre di storia e scienza. Divoratore seriale di libri e fumetti. Blogger di divulgazione scientifica e storica per diletto. Diversamente giovane. Detesto complottisti e fomentatori di fake news e come diceva il buon Albert: "Solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, riguardo l’universo ho ancora dei dubbi."

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