Sul finire del 1938, la diserzione di un alto ufficiale della Ghepeu, tale Ljuskov che si consegnò presso il confine della Manciuria ai giapponesi determinò l’orientamento della politica nipponica nei confronti dell’URSS.
L’ufficiale russo rivelò l’entità delle purghe staliniane in tutti i settori e gli apparati dello Stato sovietico e dipinse lo Stato comunista come prossimo al collasso ed alla disgregazione. In quel periodo Sorge era fuorigioco perché in aprile, correndo come un forsennato in motocicletta per le strade strette e tortuose di Tokyo aveva avuto un incidente fratturandosi la mandibola. Una volta guarito ebbe la piacevole sorpresa di apprendere che l’Ambasciatore tedesco in Giappone era stato destinato ad un nuovo incarico e che al suo posto era subentrato il suo amico Ott.
Nonostante i brillanti successi del dottor Sorge, sembra che lo stesso Stalin dubitasse della fondatezza delle sue informative. Questo certamente avvenne riguardo all’avvio dell’Operazione Barbarossa, ovvero dell’attacco dei nazisti all’Unione Sovietica, in barba al patto di non aggressione Molotov-Von Ribbentrop.
Sorge aveva inviato numerose informativa mettendo in guardia il Cremlino delle intenzioni di Hitler, fino ad una nota del maggio 1941 nella quale con incredibile precisione informava Mosca che la Germania avrebbe attaccato, senza alcuna dichiarazione di guerra o ultimatum, il 20 giugno con un esercito oscillante tra le 170 e le 190 divisioni e che i nazisti ritenevano di essere in grado di chiudere la partita in due mesi.
Inspiegabilmente Stalin non utilizzò proficuamente questa rivelazione per prepararsi all’invasione, suscitando lo sconcerto di Sorge e della sua rete di spie a Tokyo. Da giugno a settembre Richard lavorò quasi ininterrottamente per cercare di capire quale sarebbe stato l’atteggiamento del Giappone nei confronti dell’Unione Sovietica e fu in grado di avvisare con estrema precisione che alla fine le Autorità giapponesi avevano deciso per una posizione neutrale sia verso Mosca che verso la Germania.
Nell’ottobre del 1941 però la fortuna di Sorge finisce ed il suo gruppo viene smantellato. L’arresto avviene per una fortunata coincidenza, la Tokko una polizia segreta alle dipendenze del Ministero dell’Interno, nell’ambito di un’indagine per scoprire ed eliminare attivisti comunisti sul suolo patrio arresta la sarta Kitabayashi Tomo, che nel 1919 a Los Angeles come affittacamere aveva ospitato Mjiagi una delle spie della rete di Sorge. Durante gli interrogatori la sarta che era tornata in Giappone da due anni fa il nome di Mjiagi con cui era ancora in contatto. La Tokko arresta l’agente sovietico dopo aver scoperto a casa sua documenti compromettenti. In caserma Mjiagi tenta il suicidio buttandosi da una finestra ma ottiene soltanto il risultato di rompersi una gamba. A questo punto insospettiti oltre che dal materiale ritrovato anche da un gesto estremo per un’accusa di militanza comunista, la polizia segreta interroga duramente Mjiagi non lesinando torture, il giapponese cede e rivela i nomi dell’intera rete di Sorge.
Il procuratore che raccoglie la sua confessione quasi non vuole credere che l’affabile ed affascinante corrispondente della Frankfurter Zeitung sia il capo della rete di spie. Il 15 ottobre viene arrestato Ozaki mentre dorme.
Il 17 ottobre Klausen e Vukelic si incontrano nella villa di Sorge, che li informa di aver perso i contatti con i due agenti giapponesi. Il terzetto capisce di essere in estremo pericolo e Richard tenta di tranquillizzarli dicendo che comunque la loro missione poteva essere considerata finita.
L’indomani all’alba la Tokko fa una retata ed arresta 35 persone tra le quali Klausen, Vukelic e le loro rispettive mogli. Sorge viene prelevato in pantofole dalla sua casa, durante la perquisizione gli agenti scoprono documenti compromettenti e la famosa radiotrasmittente utilizzata per le comunicazioni con Mosca.
I più sorpresi sono naturalmente i tedeschi, in primis l’amicone Ott, il personale dell’Ambasciata e tutta la piccola comunità germanica a Tokyo. L’inchiesta su Sorge e la sua rete durò tre anni nei quali l’agente sovietico soggiornò in una cella della prigione di Sugamo. Fu interrogato quasi quotidianamente e torturato. Alla fine lui e Ozaki furono rinviati a giudizio per rivelazione di segreti di Stato, il reato più grave previsto dal codice giapponese.
Sorge ed Ozaki furono condannati a morte il 29 settembre del 1943 mentre Klausen e Vukelic ebbero l’ergastolo. Alle 9.30 del 7 novembre del 1944 Ozaki fu impiccato, diciotto minuti dopo il governatore del carcere di Sugamo entrò nella cella di Sorge e gli comunicò che anche la sua sentenza sarebbe stata eseguita.
Richard Sorge con un cappello di paglia calato sugli occhi percorse compostamente le poche decine di metri che lo separavano dal patibolo, le ultime parole che furono rivolte ai suoi carcerieri, pare che furono “Grazie per le vostre gentilezze”.
Moriva così una delle più abili e famose spie della Seconda Guerra Mondiale.