La storia di questa canzone affonda le sue radici nella Prima Guerra Mondiale da un poemetto, intitolato La canzone di una giovane sentinella, che uno scrittore e poeta tedesco di Amburgo, Hans Leip, soldato durante la Prima guerra mondiale, scrisse prima di partire per il fronte russo nel 1915. Paradossalmente si trattava di una canzone dallo spirito decisamente antibellico, con un testo molto semplice che comincia cosi’: “Tutte le sere, sotto quel fanal, presso la caserma ti stavo ad aspettar”.
E’ la storia della bella e spregiudicata Lili Marleen che prima si accontenta dei soldati e poi passa agli ufficiali, salendo sempre più di grado finché non incontra un generale, che è quello che aveva sempre sognato. La canzone non ha particolare successo, fino al 1938 quando attirò l’attenzione del musicista Norbert Schultze, autore di marce e di canzoni militaresche e propagandistiche, che la musicò. Fu proposta alla cantante Lala Andersen che la registrò per l’editrice Apollo-Verlag (1938) con il titolo originale Das Mädchen unter der Laterne (“La ragazza sotto il lampione”). Fu soltanto nel 1939 che fu adottato il titolo che la rese immortale: Lili Marleen.
La canzone non ebbe neppure stavolta un grande successo.
Poi, per quei fenomeni che soltanto il caso riesce a produrre, gli operatori della stazione radio tedesca a Belgrado, che trasmetteva i programmi per l’Afrika Korps di Rommel, scoprirono che un bombardamento aveva distrutto quasi tutti i loro dischi, e tra i pochi sopravvissuti c’era quello di Lili Marleen. Il brano venne mandato in onda per le truppe tedesche in Africa, e il mattino dopo i soldati cominciarono a canticchiarlo e a spedire lettere alla stazione radio affinché lo trasmettessero nuovamente.
Questo successo imprevisto fu alimentato anche da frau Goring che era stata una cantante e che interpretò il brano per un selezionato pubblico di gerarchi nazisti. Ben presto Lili Marleen iniziò ad essere trasmessa ed apprezzata su tutti i fronti dove combattevano le truppe tedesche. La canzone però non piaceva al potente Ministro della Propaganda Joseph Goebbels che ne proibì la diffusione, ma le lettere di protesta dei soldati, tra cui anche quella del feldmaresciallo Rommel, fecero riprendere la trasmissione, addirittura tutte le sere alle 21:55, a chiusura dei programmi. Ormai Lili Marleen era sfuggita di mano e Lala Andersen era nota come la “fidanzata dei soldati”. Era una pin-up. I grammofoni portatili diffondevano la sua voce roca nel deserto africano, nelle steppe gelate del fronte orientale ed a occidente, fin sulle coste della Francia occupata.
Di li a poco però la canzone non si limitò ad essere un patrimonio “tedesco” e quando l’Ottava Armata iniziò a fare molti prigionieri nel bottino caddero anche diversi dischi di Lala Andersen. Fu cosi, che la canzone conquistò, senza sparare un colpo, i soldati dell’Ottava Armata inglese.
I primi a canticchiarla diffusamente furono gli australiani e successivamente, quasi come un virus che miete le sue vittime per via aerea, si intrufolò tra gli americani della Prima Armata che cominciarono a cantarne una versione sincopata. Ormai era troppo tardi per impedirne la diffusione ed i comandi alleati dovettero fare buon viso a cattivo gioco.
La consacrazione definitiva avvenne nel 1944 quando l’attrice e cantante Marlene Dietrich cantò la canzone per le truppe alleate in Europa, facendola diventare, di fatto, la canzone di tutti i soldati al fronte, di qualunque nazionalità essi fossero.
Come ebbe modo di scrivere John Steinbeck, il grande scrittore americano durante la sua esperienza come corrispondente di guerra: Una canzone del genere si può solo lasciare andare dove vuole.